Il Messaggero 28/05/2005, pag.1-8 Anna Guaita, 28 maggio 2005
Sei donna? Bagni doppi. Il Messaggero 28/05/2005. New York. Chiunque sia stato a uno spettacolo di Broadway, o a vedere un’opera al Metropolitan o a sentire una rock band al Madison Square Garden sa che il problema è reale: appena comincia un intervallo, al bagno delle donne si formano file lunghissime, con signore e ragazze irritate e soprattutto invidiose delle file molto più brevi e veloci ai bagni maschili
Sei donna? Bagni doppi. Il Messaggero 28/05/2005. New York. Chiunque sia stato a uno spettacolo di Broadway, o a vedere un’opera al Metropolitan o a sentire una rock band al Madison Square Garden sa che il problema è reale: appena comincia un intervallo, al bagno delle donne si formano file lunghissime, con signore e ragazze irritate e soprattutto invidiose delle file molto più brevi e veloci ai bagni maschili. Da anni negli Stati Uniti si parla di una "ineguaglianza nei servizi igienici pubblici", e del bisogno di dare alle donne la ”pari opportunità” anche in questo settore. Il dibattito, che si è prestato a ironie e battute a non finire, è arrivato alla fine sulla scrivania del sindaco di New York, Michael Bloomberg. E Bloomberg, ben consapevole che l’elettorato femminile ha in mano la chiave della sua rielezione, non ci ha impiegato molto a convincere il consiglio comunale della necessità di trasformare il dibattito in legge: da adesso in poi, nei luoghi pubblici della Grande Mela ci saranno due toilette per le donne per ogni toilette per uomo. Dunque, a guardar bene, non si tratta di vera e propria ”parità”. Due a uno, vuol dire che le donne avranno il doppio dei servizi igienici. Ma questa decisione viene dalla constatazione che le signore ci impiegano più tempo a fare le loro cose in bagno: hanno più abiti (e in inverno i collant complicano ulteriormente), spesso vanno al bagno portandosi dietro i bambini, e hanno funzioni più lente. Cronometro alla mano (non è uno scherzo) gli osservatori del Comune hanno potuto constatare che effettivamente le file ai bagni degli uomini si muovono più velocemente. Anche perché questi spesso non hanno bisogno di usare il wc, ma usano semplicemente gli orinatoi, e così si sbrigano in pochi minuti. La decisione di New York, ironicamente ribattezzata dai tabloid potty parity ( potty è il vasino che si usa per i bambini), non è poi questa grande rivoluzione. In quattro Stati la Virginia, il Texas, la California e la Pennsylvania la ”pari opportunità” delle toilette esiste da tempo. Gli esperti di società spiegano che buona parte del mondo si muove in questa direzione: man mano che più donne partecipano alla vita pubblica, il bisogno di offrire loro più servizi diventerà impellente. Un esempio di questa realtà sono gli stadi, i palazzetti dello sport, addirittura le sedi dei parlamenti: nati quando le donne raramente vi mettevano piede, hanno scarsi servizi igienici ”al femminile”. Bloomberg ha deciso di dare l’esempio alle grandi città, ma ha avuto pietà per i proprietari delle aziende più piccole, per le quali il provvedimento potrebbe essere molto costoso: bar, ristoranti, negozi di dimensioni limitate, avranno il permesso di non costruire nuovi gabinetti, ma di limitarsi a rendere bisex quelli che hanno già. Anna Guaita