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 2005  maggio 23 Lunedì calendario

Quell’iris dell’ospedale psichiatrico. Il Sole 24 Ore 23/05/2005. Nel maggio 1890 Vincent Van Gogh si sta riprendendo da una crisi piuttosto grave e nota nel giardinetto dell’ospedale psichiatrico di Saint Rémy de Provence, dove è ricoverato da più di un anno, il colore elegante dell’iris

Quell’iris dell’ospedale psichiatrico. Il Sole 24 Ore 23/05/2005. Nel maggio 1890 Vincent Van Gogh si sta riprendendo da una crisi piuttosto grave e nota nel giardinetto dell’ospedale psichiatrico di Saint Rémy de Provence, dove è ricoverato da più di un anno, il colore elegante dell’iris. Utilizzando al massimo la potenza della luce, esegue questo capolavoro, che replica più volte. La prima impressione è gialla, poi viola, ma ciò che tiene insieme il tutto è il verde squillante delle foglie, lanceolate e tese come un acuto. La pittura di Van Gogh vibra come una musica. Giallo è lo sfondo del vaso, mentre i fiori sono blu e viola. Giallo è colore primario, viola è colore secondario, a esso complementare. Un matrimonio di complementari a livello cosmico, a mano a mano che aumenta l’intensità. Van Gogh non dimentica la lezione di Delacroix sulla funzione del colore come veicolo di emozioni e più che agli Impressionisti guarda a Corot e a Millet. In linea con la tradizione sceglie immagini di fiori come soggetti ideali per fare esperimenti di colori; modelli gratuiti e pazienti. Da un paio d’anni sogna armonie indipendenti o "sinfonie" di colori, che paragona a toni musicali, proprio come faceva quando studiava il pianoforte nella casa dei suoi genitori. In una lettera alla sorella Wil, spedita nella primavera del 1888, scrive: "intensificando tutti i colori si perviene alla quiete e all’armonia. Si verifica qualcosa di simile a cie accade nella musica di Wagner, la quale, anche quando è suonata da una grande orchestra, sembra intima". La quantità industriale di colori che il fratello Theo gli invia da Parigi deve saziare questa nuova fame di colore. In effetti, il Sud è una terra così colorata che la tavolozza usata in Olanda non regge più il confronto. Da un paio d’anni Van Gogh insegue il giallo limone e il blu di Prussia (i colori preferiti da Delacroix) e prima del ricovero volontario a Saint Rémy confessa, in una lettera al fratello, che caffè e alcool sono il suo pane per raggiungere quell’alta nota gialla da mettere nei quadri. La lotta di Van Gogh con il colore è uno degli aspetti più affascinanti della sua decennale carriera artistica. Per lui la ricerca cromatica non fu soltanto una questione tecnica, che andava in qualche modo risolta; fu l’espressione di una tensione esistenziale a cercare sempre la relazione con l’altro. Marina Mojana