Varie, 31 maggio 2005
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Ivanovic Ana
• Belgrado (Serbia) 6 novembre 1987. Tennista. Vincitrice del Roland Garros 2008, finalista nel 2007 (sconfitta da Justine Henin), finalista anche agli Australian Open 2008 (Maria Sharapova). «[...] una incantevole Barbie bruna [...] ricorda un pochino, questa bambolona, una Venus Williams minorenne ripassata in candeggina. Serve piombo, colpisce in progressione con una ferocia non inferiore alla sincronia. Questo festival muscolare è accompagnato beninteso da grantoli (grugniti+rantoli) che spesso scivolano nel più sommesso gemito, un suono evocatore di intime dolcezze, un suono che redime, in qualche modo, l’orgia della violenza. [...]» (Gianni Clerici, ”la Repubblica” 31/5/2005). «[...] oltre 180 centimetri [...] gli occhi cangianti, a seconda del cielo, dal miele all’’azzurro intenso, l’incarnato di porcellana steso sugli zigomi morbidi. Insomma, una Megan Gale dal tratto più dolce, con cromosomi balcanici. ”Ana - specifica Fabio Della Vida, il suo premurosissimo manager - è però una ragazza carina che gioca a tennis, non una modella”. [...] a giudicare da alcuni servizi fotografici lievemente glamour ha numeri da vamposissima [...] Cucina benissimo, come ha dimostrato durante un periodo di allenamento a Livorno, dove finite le ore di tennis si dedicava alla produzione di strepitosi pan-cake. nata a Belgrado, ma si allena a Zurigo, al club Grasshoppers, insieme ad un top-100 ungherese degli anni 80, Zoltan Kuharszky, ex-coach della Capriati, e a Pierre Paganini, il preparatore fisico di Federer. [...] cresciuta bene, Ana, non è una forzata del tennis. Mamma Dragana l’accompagna per tornei, ma senza invaderle la vita come fa l’orco serbo Damir Dokic, padre padrone della semi-desaparecida Jelena. Gli Ivanovic del resto sono una famiglia colta, allargata e pacifica, con popolosi rami in Australia. Hanno dimenticato le bombe, si godono un comodo appartamento borghese nella Nuova Belgrado e la vasta, repentina popolarità della figlia: persino il presidente serbo, Boris Tadic, ha voluto incontrarla in ambasciata a Roma [...] da junior è stata finalista a Wimbledon [...]» (Stefano Semeraro, ”La Stampa” 31/5/2005).