Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  maggio 30 Lunedì calendario

Concepire l’idea negli Stati Uniti, progettarla in Polonia, produrla in Israele. Nel mondo del lavoro nell’era del commercio globale il professionista non avrà più gli orari del luogo in cui vive, ma quelli nel quale la sua compagnia fa affari

Concepire l’idea negli Stati Uniti, progettarla in Polonia, produrla in Israele. Nel mondo del lavoro nell’era del commercio globale il professionista non avrà più gli orari del luogo in cui vive, ma quelli nel quale la sua compagnia fa affari. Perché la parola d’ordine è delocalizzare, per abbattere i costi e massimizzare i profitti (un programmatore cinese costa la metà di uno americano, un ingegnere polacco guadagna in media 2000 dollari, un quinto di di uno americano). Il risparmio? Secondo le stime della Casa Bianca, quasi 2 miliardi di dollari. I manager che rispondono positivamente vengono premiati con orari flessibili, lunghe pause per il pranzo, cellulari e macchine aziendali. «Sono palliativi che servono solo a farti lavorare più a lungo - osserva Raj Jayadev, direttore di ”Debug”, periodico dei lavoratori dell’industria informatica di Silicon Valley». Il prezzo da pagare? Problemi di salute e un turn over altissimo fra i manager, con la difficoltà di rimpiazzare chi esce.