Espresso, 02/06/2005, 2 giugno 2005
Scalfari. Espresso, 2 giugno 2005. Qualche giorno fa è apparsa sul ”Foglio” una notizia di notevole interesse: un articolo firmato con la silhouette d’un elefantino (che è il modo usato da Giuliano Ferrara per sigillare i suoi interventi) preannunciava che di lì a poco il giornale avrebbe mandato in edicola un’edizione burlesca nella quale si sarebbe imitata con impietosa ironia la natura, i comportamenti, i tic, i giudizi e insomma i modi di essere e di pensare degli uomini e delle donne di sinistra
Scalfari. Espresso, 2 giugno 2005. Qualche giorno fa è apparsa sul ”Foglio” una notizia di notevole interesse: un articolo firmato con la silhouette d’un elefantino (che è il modo usato da Giuliano Ferrara per sigillare i suoi interventi) preannunciava che di lì a poco il giornale avrebbe mandato in edicola un’edizione burlesca nella quale si sarebbe imitata con impietosa ironia la natura, i comportamenti, i tic, i giudizi e insomma i modi di essere e di pensare degli uomini e delle donne di sinistra. Venivano anche indicati - per render più chiaro l’intento dell’elefantino - alcuni di questi connotati: il buonismo, il moralismo, un abbigliamento popolare e snob che intreccia la predilezione del cachemire con le borse della Tolfa, la frequentazione di pessime trattorie dove con pochi spiccioli si possono mangiare pessimi cibi serviti su tavolini di vecchio legname scampato al fuoco del caminetto; infine l’antipatia per D’Alema, la lettura del ”Manifesto”, l’amore per il jazz di Stan Getz e per le ”partite” di Johann Sebastian. E naturalmente tante altre cose ancora da caricaturare con le tinte forti e la sapida prosa di ”Andrea’s version” e di altri campioni della satira ferrariana. Quel preannuncio - dico la verità - mi mise di buonumore ma mi riempì al tempo stesso di preoccupazione. Finalmente l’insopportabile sinistrese dei ”radicalchic” sarebbe stato esposto alla meritata berlina, le sue ipocrisie rivelate e bastonate di santa ragione, la più clamorosa risata avrebbe accomunato le persone serie delle opposte sponde in nome del buongusto ”bipartisan” e della ”ragion comica”, quella che il bravo Immanuel Kant ignorò con grave danno e noia dei suoi volenterosi lettori. Dunque fin qui il buonumore, ma di qui in avanti una grande preoccupazione sugli effetti politici di quella comicità. Ne avrebbero beneficiato Berlusconi e tutta la genia dei berluscones, messi a vantaggioso confronto con così misera etnia intellettualoide cresciuta come un parassita attorno al tronco ormai rinsecchito della mitica e sepolta classe operaia? Avremmo dovuto, noi della sinistra non ”radical” e sicuramente non ”chic”, intervenire con le nostre deboli forze per ripresentare e far pesare dalla nostra parte sulla bilancia Silvio Banana, l’omino di burro Bondi, il riporto di Schifani e la sua smorfia da ”iena ridens”, il D’Artagnan dei poveri Ignazio La Russa e le tante amene e sinistre macchiette che intarsiano la Casa delle libertà dal Sud al Nord culminando con il sanguigno Calderoli e con il neo sindaco di Catania dai lazzi da caserma? Fino a dove, forse, incrociare il ferro con l’elefantino in persona con il rischio di restare schiacciati dalla mole dei suoi scoppiettanti argomenti? Non so se tutto questo accadrà. Sono già passati parecchi giorni da quel preoccupante annuncio e nelle edicole non si è ancora visto nulla. Non si è visto quel ”Foglio” di finta sinistra minacciato dal direttore dei ”fogliame” come lui stesso lo chiama, che aveva suscitato la nostra curiosità e i nostri timori. Forse si tratta di un ritardo tecnico, forse l’elefantino sta preparando che tutto sia perbene e che i suoi fuochi d’artíficio siano splendìdamente multicolori e rumorosamente tonitruanti. Per quanto ci riguarda, pur non essendo direttamente interessati alla contesa tra i foglianti e i giacobini del girotondismo, ma reputandoci doverosamente impegnati alla loro difesa come obbligo dei padri quando fanno scudo ai figli scavezzacolli riservandosi di castigarli tra le mura di casa ma intanto proteggendoli dalla sassaiola della banda avversaria; per quanto ci riguarda, dicevo, abbiamo già preso alcune precauzioni. Abbiamo allertato i nostri Altan, i nostri Giannelli, i nostri Benni, i nostri Serra e insomma tutti i maestri dei quali disponiamo nel campo dello spirito ironico e di quello satirico, affinché siano pronti a rispondere colpo su colpo, colubrina contro colubrina, scimitarra contro scimitarra. Sappiamo di poter vantare una superiorità nel duello di fioretto, nel quale i foglianti non sono mai stati preclari. Ma sappiamo anche che si tratta di una superiorità marginale che può essere facilmente sconfitta se il gioco dovesse farsi duro. Forse dovremmo ricorrere addirittura a Pannella o, ”quod Deus avertat”, a Sgarbi. Dei quali è difficile però prevedere da quale parte starebbero in uno scontro così anomalo e imprevisto. Pannella si è cimentato appena pochi giorni fa con l’elefantino a proposito del referendum procreativo. Lo cito perché lo ha messo ko quando, parlando dell’embrione, ha detto: "Se l’embrione è una persona, dovrà ben avere una madre e un padre e infatti li ha. La madre è l’ovulo, il padre è lo spermatozoo. Dunque - ha continuato il nostro Marco - chi si masturba fa strage dei padri dell’embrione. Non va punito severamente il masturbatore? Si tratta d’una strage di miliardi di ”persone”, di fronte alle quali l’omicidio di qualche migliaio di embrioni-figli è una bazzecola". Sotto un colpo così bene assestato l’elefantino ha barrito ondeggiando su gambe malferme ed ha risposto: "Marco, parliamo di cose serie". Ma non si era detto d’affidarci alla ”vis comica”? Il capo dei foglianti si decida: se scherza coi fanti scherzi pure con i santi. Due pesi e due misure da doppiopesista non vanno bene. Ce l’ha ripetuto tante volte che l’abbiamo imparato anche noi.