Varie, 29 maggio 2005
GUARIENTI Carlo
GUARIENTI Carlo San Antonio di Treviso (Treviso) 28 ottobre 1923. Pittore • «[...] Parlando di Guarienti, Ungaretti dice che per un osservatore — non importa se critico d’arte, narratore o poeta — è doveroso non considerare l’“elaborazione tecnica, la novità di mestiere”, perché conta “solo l’effetto”. [...] ha cominciato a fare scultura a 15 anni, sebbene saltuariamente, sull’esempio del fratello della nonna materna. E’ da lui che eredita anche un forno e un servitore (stiamo parlando del conti Guarienti) che gli fa da assistente. [...] ha inventato una maniera di fare scultura per avere nuovi effetti pittorici. Come? Sostituendo alla cera la cartapesta. A sentire Guarienti, si tratta di un’operazione semplice: su una base di legno applica dei ferri, che fanno da scheletro all’amalgama di cartapesta (posta a macerare da un paio di mesi), colla [...] e polvere di marmo con cui plasma le sue figure che paiono squamate come un pesce. Una volta che l’impasto è essiccato, l’artista interviene con la fiamma ossidrica, facendo una serie di operazioni impossibili diversamente. Ecco perché alla fine i suoi ritratti di donne, uomini, autoritratti, tori, cavalli sembrano fatti di scaglie sovrapposte e riescono a conservare un aspetto grezzo (il “non finito”) , frastagliato. Come buona parte della sua pittura degli ultimi tempi, appunto. Un gioco di rimandi in cui l’artista è stato sempre un maestro. [...]» (Sebastiano Grasso, “Corriere della Sera” 29/5/2005).