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 2005  maggio 27 Venerdì calendario

Incontri e abbracci tra il Cavaliere e De Benedetti. Corriere della Sera 27 maggio 2005. ROMA – Assemblea di Confindustria, tutti gli occhi sono puntati sulla – inevitabile – stretta di mano tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, ma ai più attenti non sfugge un abbraccio, questo sì davvero imprevedibile

Incontri e abbracci tra il Cavaliere e De Benedetti. Corriere della Sera 27 maggio 2005. ROMA – Assemblea di Confindustria, tutti gli occhi sono puntati sulla – inevitabile – stretta di mano tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, ma ai più attenti non sfugge un abbraccio, questo sì davvero imprevedibile. quello che scatta tra Berlusconi e un imprenditore che gli è stato rivale per due decenni: Carlo De Benedetti. " L’ho baciato ed abbracciato " , racconterà poi il Cavaliere soddisfatto, rientrando a palazzo Grazioli. Da questo piccolo colpo di teatro si parte per ripercorrere le tappe del riavvicinamento tra i due. Un riavvicinamento voluto da Berlusconi, avviato con un cauto sondaggio all’inizio del 2005 e culminato in un incontro avvenuto a casa di Gianni Letta, a cena, a metà dell’aprile scorso. Nella sintesi della rubrica Alta Società, vergata da Carlo Rossella per " Il Foglio " di Giuliano Ferrara, così si annuncia l’evento: " Non si sa dove, ma si sono visti. E si sono anche un po’ piaciuti. Parliamo di S. B. e C. D. B. Dieci e lodo ". Ed è vero che i due si sono visti e pure che si sono " un po’ piaciuti " . A cominciare dall’ultimo incontro, l’ennesima tappa, chissà, delle crostate di casa Letta.  la sera di giovedì 12 aprile, le elezioni regionali si sono svolte da poco, col rovinoso 12 a 2 incassato dalla Cdl. Mediaset ha appena ceduto il 17 per cento delle sue azioni, portando a casa una significativa quantità di denaro fresco, pronto per essere investito. Nell’appartata strada della Camilluccia, quartiere assai elegante, prediletto dalla buona borghesia romana degli anni Sessanta ( ieri da Rauti ad Aldo Moro, oggi da Marco Follini a Gianni Alemanno), c’è un piccolo ingorgo di auto blindate e scorte. Traffico normale, trattandosi dell’ingresso del palazzo abitato dal sottosegre tario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Stavolta, però, non c’è soltanto l’auto e il servizio di scorta che sempre precede l’arrivo del presidente del Consiglio. Nel silenzio della sera romana, a casa Letta arriva anche Carlo De Benedetti. L’incontro è stato preparato con cura, anticipato da una serie di visite preliminari di emissari dell’uno e dell’altro campo, finalmente siglato da un patto concordato tra i due: " Nulla di ciò che è stato " . Perciò, durante la cena, non vi sarà alcuna recriminazione sul lodo Mondadori di lì a poco oggetto della sentenza dei giudici di Milano, né si parlerà dei giornali del gruppo Espresso. D’altra parte: il futu ro, scriveva il poeta Rainer Maria Rilke, entra in noi molto prima che accada e i due devono essere arrivati alla conclusione di aver già perso, forse, troppo tempo. " Non parlo e non vedo Carlo De Benedetti da sedici anni. Questo silenzio non ha alcun senso, non può durare " , ha annunciato un giorno Silvio Berlusconi ai suoi. Non si trattava di una decisione improvvisa, il Cavaliere andava rimuginando la cosa da mesi. Negli anni scorsi, certo, erano già stati fatti dei tentativi. Tutti, per un motivo o per l’altro, falliti. Ora, e siamo ai primi del 2005, Berlusconi è deciso ad andare a fondo alla faccenda. Gli emissari la prendono alla lontana e dopo qualche mese di messaggi, ecco il primo invito, ad Arcore, rivolto a Marco De Benedetti, uno dei tre figli dell’Ingegnere, il manager della telefonia. Berlusconi mostra all’ospite la sala della musica, perfino la nuova, modernissima cucina e, insomma, il ghiaccio con la famiglia del proprietario della Cir è rotto. Siamo, più o meno, a marzo. Da allora, passa circa un mese e gli emissari continuano il loro incessante lavorìo, fino all’incontro del 12 aprile per il quale viene scelto un contesto neutro: casa Letta. Qualcuno sostiene che al dessert, e chissà se a tavola c’era una crostata, i due avversari di un tempo abbiano affrontato anche l’annosa questione del processo per il lodo Mondadori. Altri negano: " Il passato è passato " , insistono, e invitano a guardare al più immediato futuro laddove, come si dice, qualcosa li unisce, più di quanto non li divida. Alla vigilia di grandi cambiamenti nei due poli, Silvio Berlusconi e De Benedetti hanno, in forma diversa, contatti con alcuni politici, per esempio Rutelli, e dialoghi troncati o mancati con altri. Per esempio Romano Prodi. Maria Latella