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 2005  maggio 27 Venerdì calendario

DAVANZALI Aldo. Nato a Sirolo (Ancona) il 26 gennaio 1923, morto a Loreto il 26 maggio 2005. «[...] ex presidente dell’Itavia [

DAVANZALI Aldo. Nato a Sirolo (Ancona) il 26 gennaio 1923, morto a Loreto il 26 maggio 2005. «[...] ex presidente dell’Itavia [...] Il nome di Davanzali è legato alla tragedia del DC9 di Ustica, inabissatosi in mare con 81 passeggeri la notte del 27 giugno 1980. Il velivolo faceva parte della flotta dell’imprenditore che dopo la strage fu ingiustamente accusato di aver armato una ”bara volante” e vide crollare il suo impero. Davanzali, partigiano durante la seconda guerra mondiale, non si arrese mai alla tesi del cedimento strutturale dell’aereo, e si battè per anni perchè i generali dell’Aeronautica militare, accusati di depistaggio sulle cause della tragedia, venissero condannati. La sentenza di primo grado del 2004 ”gli ha di fatto dato ragione” [...]» (’La Stampa” 27/5/2005). «La storia di Aldo Davanzali è quella di un uomo che ha costruito un impero e ha perso tutto la notte del 27 giugno 1980, quando a nord di Ustica precipitò il Dc 9 dell’Itavia che aveva la sigla I TI GI. Davanzali, presidente dell’Itavia, venne accusato per la morte degli 81 passeggeri. Per molti mesi l’ipotesi principale fu del ”cedimento strutturale”. Davanzali, si disse, faceva viaggiare su ”bare volanti”, aveva noleggiato quel vettore nelle Hawaii, un aereo corroso dal sale marino. Nel dicembre 1980, Davanzali reagì: ”Ho la certezza che ad abbattere il Dc 9 è stato un missile lanciato da un altro aereo”. Venne incriminato per notizie false e tendenziose, ma non sarà mai processato. [...] è morto [...] Nullatenente. Malato del morbo di Parkinson, lui che era stato alto, bello, biondo, molto ricco. Nessuno crede più da tempo al ”cedimento strutturale”, ma la strage di Ustica è sepolta sotto perizie, atti parlamentari, inchieste, non ha colpevoli, solo il fortissimo sospetto che sia avvenuta una battaglia in quel cielo. Davanzali ha sorriso nel novembre 2004 quando i quattro generali dell’aeronautica rinviati a giudizio per aver depistato le indagini furono assolti, ma due di loro solo perché il reato fu considerato prescritto. [...] Davanzali nell’aprile 2001 ha chiesto allo Stato 1.750 miliardi di lire per danni esistenziali e patrimoniali. Dopo la tragedia di Ustica, l’Itavia fallì. Il ministro dei Trasporti di allora, Rino Formica, revocò le concessioni. ”Una compagnia distrutta da una menzogna”, dirà più tardi Giuliano Amato, in commissione Stragi. I dipendenti erano mille, l’Itavia tentava, fra le prime, di rompere il monopolio delle compagnie nazionali. Il disastro trascinò anche le altre sette società di Davanzali. Lui restò ottimista. Ripeteva: ”Dopo che si è persa ogni speranza, si va avanti”. Era nato sulla riviera di Sirolo, presso Ancona, di buona famiglia. Aveva fatto il partigiano, da cattolico, era laureato in Legge. Diceva: ”La mia consolazione è non aver mai visto dubitare di me i parenti delle vittime”. [...]» (A. Gar., ”Corriere della Sera” 28/5/2005).