Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  maggio 05 Giovedì calendario

La metà delle coppie omosessuali conviventi con meno di 30 anni desidera un figlio. Ma solo una su dieci ricorre alla fecondazione assistita

La metà delle coppie omosessuali conviventi con meno di 30 anni desidera un figlio. Ma solo una su dieci ricorre alla fecondazione assistita. Laura e la sua compagna, quarantenni, lesbiche e conviventi, volevano un figlio e ci sono riuscite. Con l’aiuto di Pietro, 43 anni, astigiano, interprete, e di Marco, 34 anni, astigiano pure lui, guida per scolaresche, gay e conviventi. E con la procreazione assistita. Le due coppie si sono conosciute nell’estate del 2000 al palio di Asti. Le donne avevano bisogno di un padre, con una faccia e un nome vero, ma non si fidavano di un eterosessuale. Avrebbe preteso ad un certo punto di vivere in una famiglia normale? Pietro invece era perfetto e con Laura si presentano nel 2001 in un centro per la procreazione assistita. Non fanno cenno alla loro storia e accusano deficit alle tube e debolezza di spermatozoi. Estate 2001, Laura rimane incinta. La prima ecografia dice che saranno due. I gemelli nascono nel marzo del 2002. Per la legge Pietro è il vero padre. Laura è la vera mamma. Vivono a 500 chilometri di distanza. Ma tutti e 4 si vedono una settimana sì e una no. «Sono felici quando ci vedono tutti e quattro insieme: siamo la loro famiglia», dicono.