varie, 26 maggio 2005
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Ferrara Marcella
• 1920, Roma 18 novembre 2002 • «[...] Il suo cognome di famiglia era De Francesco. Ma quando la giovane Marcella, militante partigiana, conosce Maurizio Ferrara, ne scaturisce un matrimonio destinato a essere anche sodalizio intellettuale e comune impegno politico. Marcella Ferrara, dopo la fine della guerra, diventa segretaria di Palmiro Togliatti quando il ”Migliore” è ministro Guardasigilli. Poi va a Rinascita, il settimanale del Partito comunista voluto da Togliatti come uno strumento indispensabile nel rapporto tra il Pci e gli intellettuali. Marcella è segretaria di redazione, ma poi diventa redattore capo del settimanale. Maurizio [...] svolge la sua mansione politica alternando funzioni di partito a incarichi all’’Unità”, di cui diventa corrispondente da Mosca negli anni del disgelo kruscioviano. Togliatti nutre una grande stima per Maurizio e Marcella Ferrara, esponenti di un comunismo romano che elegge a proprio interlocutore il variegato mondo della cultura, dell’arte e del cinema che gravita nella capitale e che vede in Antonello Trombadori, grande amico oltreché compagno di battaglie politiche, uno dei rappresentanti più caratteristici. Nel libro di memorie scritto da Marcella, Conversando con Togliatti, si scorgono i lineamenti non solo politici del leader comunista, se ne svelano i tratti umani, le inclinazioni culturali, i tic caratteriali. La famiglia Ferrara, con la nascita di Giuliano, [...] direttore del ”Foglio” e un passato di dirigente comunista a Torino, e di Giorgio, regista teatrale legato ad Adriana Asti, diventa un punto di riferimento nella sinistra romana. E in questo ruolo Marcella Ferrara prende inesorabilmente il ruolo della ”moderatrice” di una famiglia in cui la passione politica assume sovente un carattere impetuoso. Donna colta e versatile, nutre sin dall’inizio della sua attività pubblica un amore fortissimo per la politica. Diventa militante comunista a soli ventidue anni e la sua partecipazione alla battaglia partigiana le varrà, dopo la Liberazione, i gradi di sottotenente dell’esercito italiano. Donna di sinistra, difende suo figlio Giuliano quando quest’ultimo lascia il partito e, avvicinandosi alle posizioni di Bettino Craxi per poi diventare ministro del primo governo Berlusconi, si attira le critiche veementi del partito d’origine. Marcella Ferrara non ebbe difficoltà in questo ruolo, aliena com’era da ogni forma di settarismo mentale e di militantismo parrocchiale così diffuso nel suo partito e bersaglio dei sarcasmi che l’intera famiglia Ferrara, a prescindere dalle divergenze politiche degli ultimi anni, sapeva coltivare in gran quantità. Unendo, nel caso di Marcella, una dolcezza e una gentilezza nei rapporti che la facevano apprezzare da chiunque la frequentasse. [...]» (’La Stampa” 20/11/2002). «[...] Togliatti: ”Ho cominciato a lavorare con lui nel giugno del ’45, in ottobre mi sono sposata con Maurizio, ho smesso di stare vicino a Togliatti quando è morto, nel ’64. Quando era ministro senza portafoglio a Palazzo dei Marescialli, poi al Viminale, poi al ministero della Giustizia, poi a Botteghe Oscure e a ’Rinascita’. Eravamo amici, per quanto si potesse diventare suoi amici. [...]”» (Stefano Jesurum, ”Sette” n. 11/2001).