26 maggio 2005
Tags : Jeff. Baxter
Baxter Jeff
• Nato a Washington (Stati Uniti) il 13 dicembre 1948. Chitarrista. «Qualche anno fa, era il consulente più prezioso del Pentagono per i sistemi antimissilistici. Oggi lo è anche per l’antiterrorismo: ”Riesce a pensare alla Bin Laden o alla Al Zarkawi” dichiara ammirato il portavoce Rick Lehner. Lui, Jeff Baxter, lo conferma subito, senza false modestie: ”Sono un bravissimo cattivo”. E spiega: ”La mia estrazione mi consente di ragionare fuori dagli schemi politici e militari tradizionali”. Quale estrazione? Quella musicale. [...] i baffi alla mongola e il codino, fu uno dei più celebri rocker degli Anni Settanta, l’autore di Minuto per minuto, l’amico di John Lennon e Ringo Starr dei Beatles, con 17 dischi d’oro, 8 di platino e due premi Grammie, il chitarrista del gruppo psichedelico Ultimate spinach, del gruppo rock Steely Dan, e di quello pop Doobie brothers. E rimane un rocker molto richiesto da varie band negli Stati Uniti. Ma, negli ultimi anni, la musica gli ha fruttato meno del Pentagono e dell’industria bellica, l’altro suo cliente. Baxter fa infatti consulenze anche per la Science Application International, la Northrop Grumman e la General Atomics Aeronautical Systems, il Ghota dell’hi tech. il loro guru, l’uomo che predice di che difese avrà bisogno la Superpotenza in questo secolo. stato il suo [...] rapporto, sull’’agro terrorismo”, a portare il rocker di mezza età alla ribalta nazionale. Baxter ammonisce che la guerra al terrore è ”asimmetrica” e per vincerla bisogna anticipare l’inatteso, a esempio l’avvelenamento delle acque. ’Nella Guerra Fredda - ricorda - i sovietici dotarono le testate missilistiche di sostanze distruttive del bestiame e dei raccolti” . I suoi giochi di guerra al Pentagono hanno un sapore futuristico: in uno, immaginò che i terroristi disseminassero in Arabia Saudita batteri che divoravano il petrolio per costringere la flotta americana ad abbandonare il Golfo Persico. Ma il suo primo amore è l’elettronica. ”Fu essa - dichiara - a suscitare il mio interesse per la Sicurezza nazionale. Noi credevamo che i giradischi servissero a suonare i dischi finché i rapper non li usarono come strumenti musicali e che gli aerei servissero a trasportare passeggeri finché i terroristi non li usarono come missili. La musica e la difesa hanno una cosa in comune: occorre studiare le nuove tecnologie e vedere che altro impiego potrebbero mai avere”. La straordinaria metamorfosi del rocker, un repubblicano di ferro, incominciò negli Anni Ottanta, quando un suo vicino di casa a Los Angeles, ex tecnico dei missili Sidewinder, gli regalò l’abbonamento ad alcune riviste del Pentagono. Le analogie tra le registrazioni musicali e la missilistica meravigliarono Baxter al punto che preparò un rapporto critico sul programma Aegis. ”L’Aegis - rammenta - era un sistema navale di missili antiaerei. Perché non trasformarlo in un sistema di missili antimissili?”. Baxter consegnò il rapporto a un altro vicino di casa, il deputato repubblicano Dana Rohrabacher, che ne rimase colpito, e lo trasmise a Curt Weldon, il numero due della Commissione di Difesa della Camera a Washington. ”Questo musicista è più esperto di noi in armi e strategia” disse Weldon. Baxter venne assunto come propagandista militare, la punta di lancia del Partito Repubblicano nella ”liberal” Hollywod. E nel ’ 95 assunse la direzione di una lobby, il Consiglio Civile della Difesa Missilistica al Congresso. ”Da allora” commenta Baxter, detto ”Skunk”, la puzzola, ”non mi sono più guardato indietro. Molti dei generali di oggi furono miei fans negli Anni Settanta. Dapprima diffidarono di me, ma adesso mi rispettano”. Lo stesso è accaduto con l’industria bellica, che lo adopera anche per stipulare proficui contratti all’estero, in Asia soprattutto, dove è ancora molto popolare: ”La mia esperienza di consulente per le case discografiche più avanzate, dalla Avai digital alla Audio tecnica - sottolinea - mi ha aperto le sue porte”. Mike Campbell, il vicepresidente della General Atomics, è uno dei suoi più convinti sostenitori: ”Skunk - sostiene - sfida di continuo la burocrazia, le apre orizzonti nuovi, ha una preparazione e un’inventiva senza pari”. Qualità che il rocker continua a mettere a frutto anche nella sua attività di musicista [...]» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 26/5/2005).