Varie, 25 maggio 2005
LUIS GARCIA
(Luis Javier Garcia Sanz) Badalona (Spagna) 24 giugno 1978. Calciatore. Del Puebla (Mexico). Col Liverpool vinse la Champions League 2004/2005. Cresciuto nella “cantera” del Barcellona, dopo due stagioni con le riserve blaugrana fu ceduto al Real Valladolid, finendo subito dopo in prestito al Toledo. Solo nel successivo prestito al Tenerife, allenato da Rafael Benitez, riuscì a mettersi in luce, con 16 gol in 40 partite nella stagione 2000/01, culminata con la promozione in prima divisione. Tornato al Valladolid, rientrò nei ranghi del Barcellona che lo riprese nell’estate 2002, ma subito lo girò in prestito all’Atletico Madrid. Dovette attendere il 2003/04 per ritagliarsi uno spazio al Camp Nou. Nel Barcellona secondo in campionato giocò 24 partite segnando 4 reti in Liga, e collezionò 7 presenze con 3 gol in coppa Uefa. Benitez pagò 9 milioni di euro per portarlo con sé al Liverpool nell’agosto 2004. Ha giocato anche nell’Atlético Madrid, nel Racing Santander, nel Panathinaikos • «Si chiama come il sergente regolarmente beffato, ma le sue imprese hanno il marchio da Zorro. [...] Sciabolate imparabili, contro il Bayer Leverkusen, la Juventus, il Chelsea. Perfino invisibili, come il gol che ha eliminato i Blues di Mourinho, un gol fantasma secondo tutti i crismi. Quindi già leggendario. Luis Garcia Zorro ha spalancato la strada della finale di Champions al Liverpool, con i suoi centri decisivi [...] L’incredibile avventura del Liverpool corre parallela all’incredibile ascesa del talentuoso catalano, allevato al Camp Nou ma mai sufficientemente stimato a Barcellona. “Debbo tutto alla memoria lunga di Rafael Benitez - proclama - . Senza di lui probabilmente sarei ancora in panchina al Barça, o da qualche altra parte, in Spagna, a inseguire il sogno di una grande occasione. Benitez si è ricordato di me, dopo cinque anni, e mi ha voluto al Liverpool. I gol sono il modo migliore per ripagarlo. [...]”. [...] Il più incompreso genio del calcio contemporaneo, o un talento troppo pigro per sfondare senza le sapienti “bacchettate” del mago Benitez? Luis Garcia è spuntato sull’orizzonte del calcio mondiale [...] con l’invenzione svirgolata da 25 metri che ha lasciato di sasso un grande come Buffon. Da allora si è imposto come irrinunciabile, in ogni formazione di Benitez, che può contare sul suo eclettico talento: uomo di fascia, a suo agio su entrambi i corridoi, con un ottimo sinistro, prevalentemente utilizzato a destra. Trequartista di vocazione, seconda punta a tutto campo, regista avanzato, e via dicendo. L’incontro chiave tra Benitez e Luis Garcia è nel 2000/01 al Tenerife. Bocciato dal Barcellona, Luis Garcia era stato ceduto al Valladolid, che dopo 6 partite lo aveva girato in prestito al Toledo, dove era riuscito a collezionare 17 presenze e 4 gol nel ’99/2000. Al Tenerife con Benitez Luis Garcia trova la marcia giusta, e contribuisce con 16 reti in 40 partite alla promozione alla Primera Division, nel 2001. Benitez cerca di confermarlo, ma il Valladolid se lo riprende. Lui risponde con 9 gol in 25 giornate, nel 2001/02. Basta a far ricredere il Barcellona, che lo riporta a casa nell’estate 2002, ma solo per ripensarci e prestarlo all’Atletico Madrid, dove il nostro si conferma con 9 centri in 30 partite. Frank Rijkaard gli riapre le porte del Camp Nou, nell’estate 2003, e gli concede 25 presenze nella Liga, che fruttano 4 gol. Nonostante le promesse di un futuro al Barça, Luis Garcia è ceduto al Liverpool, [...] per 9 milioni di euro. “Rafael Benitez si è sempre tenuto in contatto con me - rivela - . Mi telefonava regolarmente, quand’era al Valencia e io cercavo di sfondare all’Atletico e al Barça. Mi voleva al Valencia, mi ha convinto a raggiungerlo al Liverpool. Non ci ho pensato nemmeno un attimo, era l’occasione giusta per me [...] Ovviamente ho dovuto cambiare il mio gioco in Inghilterra” ammette, senza nascondere le difficoltà della prima parte della stagione ad Anfield. Tifosi e media, tutt’altro che teneri, si erano convinti che fosse troppo leggero. “In Inghilterra volano tackles senza complimenti, adattarsi è stato ancor più difficile di quel che pensavo. Ma ho imparato in fretta, e da febbraio in poi sono venuti i gol importanti”. Tre centri nel doppio scontro col Leverkusen, prologo al capolavoro con la Juve e al colpo basso al Chelsea. “Ho avuto la fortuna di segnare nelle partite clou di una stagione che è stata dura, per il Liverpool. I grandi scontri mi esaltano, lo stile della Champions è il più adatto alle mie caratteristiche. [....]” [...]» (Giancarlo Galavotti, “La Gazzetta dello Sport” 25/5/2005).