Alessandro Amadori, ཿIl Sole-24 ore, 09/05/2005, pag. 4, 9 maggio 2005
«Il 35% dei cognomi deriva da nomi propri del padre o del capostipite, un altro 35% ha una relazione con la toponomastica (fa cioè riferimento a nomi di paesi e località), un 15% è relativo alle caratteristiche fisiche del capostipite, un 2% deriva dalla professione, dal mestiere o dalla carica, un 3% è di derivazione straniera recente e infine un 2% è un nome augurale che la carità cristiana riservava ai trovatelli»
«Il 35% dei cognomi deriva da nomi propri del padre o del capostipite, un altro 35% ha una relazione con la toponomastica (fa cioè riferimento a nomi di paesi e località), un 15% è relativo alle caratteristiche fisiche del capostipite, un 2% deriva dalla professione, dal mestiere o dalla carica, un 3% è di derivazione straniera recente e infine un 2% è un nome augurale che la carità cristiana riservava ai trovatelli». Alessandro Amadori, direttore dell’Istituto Coesis Research, disegna in questo modo la mappa dei cognomi in Italia. Secondo lo studioso nomi e cognomi sono uno specchio della società. «Lo si intuisce anche da un’altra tendenza: il modo di chiamare cani e gatti. Chi si interessa di anagrafe canina - ha detto Amadori - ha notato la tendenza ad una progressiva ’umanizzazione’ dell’animale di casa».