Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  maggio 20 Venerdì calendario

PINCIO

PINCIO Tommaso (Marco Colapietro) Roma 1963. Scrittore • «[...] Vive da solo dalle parti di via Tasso, che è qualcosa più di un indirizzo. molto a disagio a parlare di sé, quelli che su Internet dibattono senza sosta di lui lo amano anche per questo. Quando è uscito il suo terzo romanzo, Un amore dell’altro mondo, i recensori si sono così ferocemente divisi tra chi diceva ”una straordinaria costruzione intellettuale, un grande romanzo d’amore” e chi un ”fumettone esistenzialista” che il caso-Pincio è diventato il pretesto, alla fine, per tornare a parlare di critica militante: non era morta negli anni Settanta? dunque risorta? Nel frattempo la sua storia - i Nirvana, Kurt Cobain, un ragazzino che sente di vivere in un mondo di alieni e che per difendersi decide un giorno di non dormire più - ha camminato sola, si è imposta nel passaparola: un romanzo di formazione, non si può perdere. Chat, siti dedicati, fan club. Attesa con il contasecondi per l’uscita del nuovo romanzo [...]. Pincio dice che da piccolo credeva anche lui di essere un marziano, in effetti: pensava di non appartenere a questo mondo. ”Come tutti i bambini”, aggiunge. Così si parla subito di straniamento di non appartenenza e di viaggi lisergici, si parla dei suoi libri che scandagliano quello spaesamento lì. Matrix, per cominciare, che apre il romanzo con una citazione: avete mai la sensazione di non sapere se siete svegli o state ancora sognando? Certa musica, certi romanzi. Kafka. Altri altrove: i supereroi di quando era ragazzo, quelli della Marvel. I Fantastici quattro, Hulk, Spiderman: gente con problemi seri, mica quel tronfio di Superman. La fisica quantistica. ”Me ne interesso un po’. Conosce l’esperimento del gatto nero?”. Vediamo, molto lentamente. ”Dimostra quanto sia illusorio il concetto di realtà. Una particella può essere contemporaneamente in un posto o in un altro”. Segue descrizione dell’esperimento. [...] ”Ho in grande antipatia l’uso che si fa del concetto di realtà: quando si dice ”guarda in faccia la realtà’ si allude sempre a qualcosa di sgradevole. Il principio del male minore mi è proprio ostile. Ho anche grande fastidio per l’ordine e per l’autorità, che insieme al denaro è uno dei cardini su cui si fonda la rappresentazione corrente. Della fuga mi piace l’energia vitale. Certo, non è interessante solo il movimento: il nodo vero è da cosa si scappa, perché si è costretti a fuggire [...] si diventa scrittori per riscattare noi stessi dalle umiliazioni che subiamo o pensiamo di aver subito da bambini da parte degli adulti. Gli adulti hanno la disdicevole inclinazione ad individuare nei figli i responsabili della realizzazione dei loro sogni. Un bambino non può non sentirsi all’altezza: poi mano a mano che cresce non fanno altro che smantellargli il mondo di sogni e mostrargli il mondo reale, che è un mondo di merda” [...] non ha avuto vent’anni negli anni Sessanta. ”Purtroppo no. Mi sarebbe piaciuto averli nel Golden gate park di San Francisco piuttosto che negli orrendi anni Ottanta di Reagan e diventare adulto nei Novanta di Twin Peaks e dell’eroina chic. L’epoca, però, l’età anagrafica è relativa. [...] i protagonisti uomini dei miei romanzi o si uccidono o vanno incontro alla morte. Anche io, penso, se non ho fatto la fine di Cobain è stato per fortuna o per caso. [...] Kafka mi mette in moto la lingua: la sua è così irreale, bianca. Mi ispira nella ricerca di una lingua invisibile. Il massimo effetto di realtà lo ottieni a prezzo di un grande artificio. Come sul set dei film di Hitchcock. Devi fare in modo che chi legge sospenda l’incredulità di fronte a quel che sta leggendo: per farlo devi togliere sangue e calore [...] García Márquez. Gogol. Kerouac e Phil Dick. Sul piano etico Orwell, come essere umano Huxley. I fumetti la musica e il cinema però contano per me almeno quanto la letteratura. Terry Gilliam, Jim Jarmush. Dead man è un capolavoro assoluto. I fumetti della Marvel nascevano in antitesi a Superman: erano ”supereroi con superproblemi’. Spiderman, I Fantastici 4. Hulk, Devil che era cieco. [...] Di Unabomber mi interessano le motivazioni. Una mente matematica geniale. La matematica può portare alla follia, o alla computazione come principio che ordina la realtà. Può essere perdizione o salvezza. Può essere la fisica quantistica e scardinare la realtà. [...] i nomi entrano dentro fino all’osso. In realtà di Pynchon sposo il luddismo la sfida all’autorità, ma mi piace pure pensare al Pincio che è il colle dove giocavo da piccolo e il sesso maschile, anche, il ”pincione’ di Lorenzo il Magnifico. E Tommaso, parliamo di apostoli, in greco è Didimo, il gemello. Lo sa che si dice che fosse il gemello di Cristo, e che in verità sia lui il protagonista della resurrezione? Per questo fingeva di non crederci. Un doppio, insomma. Un doppio del cavolo, se vuole [...] Ho risolto in piccola parte il mio rifiuto dell’identità anagrafica e sociale: sono quello che scrivo, adesso. E poi solo dall’anonimato puoi davvero aggredire la realtà. Solo anonimo puoi dare voce ai reietti, agli invisibili. A quelli che scappano che spesso si perdono, e che non stanno mai nei libri di storia”» (’la Repubblica” 20/5/2005).