Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  maggio 20 Venerdì calendario

DATO

DATO Cinzia Catania 26 ottobre 1955. Politico. Senatore (dal 2001). Della Margherita • «[...] tra i promotori del referendum per i quattro Sì alla parziale abrogazione della legge sulla procreazione assistita [...]» (g. c., ”la Repubblica” 20/5/2005) • «Il primo a saperlo è stato Arturo Parisi. Via sms. Cinzia Dato, ulivista della prima ora, fondatrice in Sicilia di Alleanza democratica nel ”92, poi proiettata nella Margherita dalla cosiddetta società civile, ha annunciato al ministro della Difesa che aveva deciso di lasciare il partito. La risposta, sempre via sms, è stata di questo tenore: sei sicura di quello che fai? E, comunque, non te ne andrai via dall’Ulivo? La replica di Dato è venuta, così, di pancia: ”Non ho preso io una decisione, è stata la decisione a prendere me”. Qualche giorno dopo [...] Dato ha spedito una lettera formale a Francesco Rutelli: ”Lascio la Margherita con la mesta sensazione che sia una scelta consensuale”. E ancora: ”Rifletterò sulla possibilità di partecipare al processo, comunque, e rifletterò sulla coincidenza tra il Partito democratico in atto e quello per cui lavoro da quindici anni”. Già, che Pd sarà quello che si appresta a costruire la Margherita? Questo è l’interrogativo di Cinzia Dato. Ma non è solo il suo. [...] c’è dell’amarezza in lei. Per quel che la Margherita sta facendo nella sua terra, la Sicilia: ”Il nostro responsabile siciliano – dice sconfortata – e un esponente dell’esecutivo del partito, come Rino Piscitello, propongono un’intesa con Lombardo, e, di conseguenza con Totò Cuffaro. Che Partito Democratico stiamo costruendo?”. Per la verità, non si tratta solo di questioni locali, perché anche le decisioni della Margherita a livello nazionale hanno lasciato esterrefatta Dato, e non solo lei, nel partito di Rutelli. Come la scelta di eleggere una lista bloccata per l’organismo che dovrà guidare il processo verso il Partito democratico. ”Hanno nominato – ride Cinzia Dato – chi dovrà far finta che la ”salma’, ossia la Margherita, vada avanti”. Infine, la questione delle quote rosa, che può sembrare una polemica tutta al femminile, ma che tale non è, come spiega la stessa Dato: ”La verità è che gli uomini detengono i pacchetti delle tessere, le donne no, perché fanno politica in maniera diversa, per cui o si fanno cooptare dai maschi o sono finite”. Lei, Cinzia Dato, ha preferito finirla lì. Ma il problema è che nella Margherita sono in molti a pensarla nello stesso modo. [...]» (M. T. M., ”Corriere della Sera” 20/5/2007).