Varie, 20 maggio 2005
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Buanne Patrizio
• Napoli 20 settembre 1978. Cantante • «[...] ha convinto il mercato discografico più difficile d’Europa interpretando successi italiani degli anni Sessanta, come Il mondo, con uno stile che poco si distacca dagli originali. Bel timbro, romanticismo, presenza scenica, e il pubblico inglese s’è invaghito di lui. All’inizio però non è stato semplice. Mentre Buanne firmava il suo contratto con l’Universal, l’italo-canadese Michael Bublé pubblicava il suo disco di debutto. Patrizio l’italiano non si è perso d’animo: ”Le televisioni e le radio non mi volevano. Dicevano: non è classica, non è jazz, e poi non si capisce una parola. Insomma, la stampa faticava ad accettarmi. Poi sono stato invitato alla Royal Albert Hall per una serata di beneficenza, c’erano anche Tom Jones e Geri Halliwell: ho cantato Il mondo e A man without love che poi è Quando m’innamoro, che io conosco nella versione di Domenico Modugno. Alla fine c’erano seimila persone in piedi, una standing ovation pazzesca. Il concerto è stato trasmesso dalla Bbc e così sono cominciati a fioccare gli inviti». [...] ”Ho sempre pensato che ce l’avrei fatta, sin da ragazzino, quando spendevo tutti i miei risparmi per pagare le sale di registrazione. Ma volevo fare una cosa italianissima, e con questa farmi accettare ovunque senza scendere a compromessi, senza essere necessariamente classico come Bocelli o pop come la Pausini. Volevo seguire la classe senza tempo di Francesco Sinatra, di Antonio Benedetto-Tony Bennett o di Dino Crocetti-Dean Martin. Oggi l’Italia ha dimenticato la sua musica, le cose che sa fare meglio perché sta vivendo il ”sogno americano’. Io dico, nel dialetto dei miei genitori, scetateve guagliò, ascoltate la nostra musica nel mio stile: la romanza è sempre quella ma oggi ha una nuova pelle”. [...] parla un italiano corretto, anche se di madrelingua tedesca. Il padre e la madre si trasferirono in Austria a metà degli anni 70, lasciarono la casa di Bagnoli [...] A Vienna aprirono la prima pizzeria della città. Patrizio è cresciuto ascoltando le canzoni di Claudio Villa, Sergio Bruni, Massimo Ranieri e Gianni Morandi. ”I miei mi volevano ingegnere, io sognavo il palcoscenico. Poi un mio zio mi ha convinto a venire in Italia per dei provini: ho cantato al modo di Paul Anka in una trasmissione di Mike Bongiorno, Momenti di gloria, e grazie al cielo sono arrivato terzo se no mi avrebbero convinto a fare l’imitatore. Ma perché bisogna rinunciare a essere se stessi? Zucchero e Tiziano Ferro in America o in Inghilterra vengono visti come copie di artisti che loro hanno già. Io punto sulle cose che so fare perché sono italiano: nessuna invidia per Bublé, è bravo. Ma canta in inglese e non ha idea di cosa significhi vivere la Dolce Vita e l’italianità”» (Carlo Moretti, ”la Repubblica” 20/5/2005).