Varie, 19 maggio 2005
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Villaraigosa Antonio
• Los Angeles (Stati Uniti) 23 gennaio 1953. Politico. Nel 2005 eletto sindaco di Los Angeles • «[...] figlio di emigranti messicani, un’adolescenza inquieta ai margini della scuola e vicino alle gang [...] Era dal 1872 che la “città degli angeli” non aveva un sindaco messicano. [...]» (Alberto Flores d’Arcais, “la Repubblica” 19/5/2005). «[...] Il suo vero cognome era Villar. Quello di adesso è un omaggio alla moglie, Corina Raigosa, sposata alla fine degli anni Ottanta. Per dimostrare che sono davvero una cosa sola, Antonio ha deciso di fondere i loro cognomi, e così è nata la famiglia Villaraigosa. Volendo capire il motivo di questa trovata originale, basta scavare un poco nella sua vita. Una volta entrati in California i genitori di Antonio, il più grande di quattro fratelli, si erano sistemati a City Terrace, ghetto per gli immigrati poveri nella Eastside di Los Angeles. L’unica cosa che lui ricorda del padre sono le ubriacature e le botte che dava alla madre, Natalia Delgado. Naturalmente era durata poco. Il papà aveva finito per abbandonare la famiglia, lasciando Natalia sola a crescere bambini. “L’unica ragione per cui oggi sono qui - ripete sempre il nuovo sindaco - è perché ho avuto una madre con uno spirito e una fede indomita. Una donna che ha combattuto, spesso facendo due lavori nello stesso tempo, per mandare i figli all’università. Una donna sopravvissuta ad abusi indicibili, come vittima della violenza domestica in una casa rovinata dall’alcolismo”. Da ragazzo, in realtà, Antonio non aveva aiutato granché la madre a realizzare i suoi sogni. Aveva mollato la scuola e si era messo a bazzicare le gang. Porta ancora addosso i segni di quella vita, sotto forma di un tatuaggio che dice: “Born to raise hell”, nato per scatenare l’inferno. Da buon maschio latino si era dato da fare pure con le donne, mettendo al mondo due figlie in relazioni volanti, prima di conoscere Corina. La fatica di Natalia, però, l’avevano commosso e aveva infine capito che fare a botte non era la via migliore per salire la scala sociale. Così Antonio era tornato a studiare, laureandosi prima alla Ucla, e poi specializzandosi in legge al People’s College of Law. Aveva trovato un posto come insegnante, era entrato nel sindacato e aveva scoperto la politica. Nel 1994 era stato eletto deputato della California e quattro anni dopo era diventato presidente del Parlamento locale. A quel punto gli era parso logico puntare alla poltrona di sindaco della sua città, ma nel 2001 [...] Hahn, figlio di una celebre dinastia politica bianca, l’aveva sconfitto. Negli anni del “barrio” Antonio aveva imparato a prenderle e quindi non si era scoraggiato. Aveva ripiegato sul posto di consigliere comunale e su quel seggio aveva costruito la rivincita, consumata martedì. [...]» (Paolo Mastrolilli, “La Stampa” 19/5/2005).