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 2005  maggio 08 Domenica calendario

Battaglia per il silenzio. Nel nome di Luzi. Il Sole 24 Ore 08/05/2005. Dopo quaranta libri tradotti in quattrocento Paesi, quattromila premi letterari (tra cui il WWF Posidone, l’Histonium e le Muse di Pisa) e quarantamila dibattiti alla Versiliana (la "grande manifestazione culturale" da lui ideata, animata e presieduta), l’inesausto Romano Battaglia ha scelto finalmente il silenzio

Battaglia per il silenzio. Nel nome di Luzi. Il Sole 24 Ore 08/05/2005. Dopo quaranta libri tradotti in quattrocento Paesi, quattromila premi letterari (tra cui il WWF Posidone, l’Histonium e le Muse di Pisa) e quarantamila dibattiti alla Versiliana (la "grande manifestazione culturale" da lui ideata, animata e presieduta), l’inesausto Romano Battaglia ha scelto finalmente il silenzio. E milioni di lettori, dall’Italia alla Corea, tirano un sospiro di sollievo. Peccato che per annunciare e motivare adeguatamente l’attesa decisione, il Nostro si sia sentito in dovere di scrivere un altro libro, intitolato appunto Silenzio (Rizzoli), 150 pagine con foto di dune, onde, nuvole e cascate e, ciliegina sulla torta, una "dedica" di Mario Luzi. Dedica? Beh, diciamo in senso lato. Di solito, per dedica si intende qualcosa di molto personale, tipo: "Al carissimo Romano, con amicizia imperitura, il suo eccetera eccetera". In questo caso, invece, si tratta di alcuni versi autografi del poeta scomparso ("Il silenzio e l’uomo"), nei quali non compare il nome di Battaglia, ma che il Nostro sostiene essere stati concepiti appositamente "per questo libro". Nell’impossibilità di verificare la cosa (Luzi, da qualche tempo, si è chiuso in un impenetrabile silenzio), non possiamo che fidarci di Battaglia. Come potremmo, del resto, mettere in dubbio la parola di uno che ha vinto il Premio Internazionale Fenice Umbria-Europa "per il valore spirituale dei suoi libri"? "L’unica parola che lo soccorre, lo sente, è indicibile", scrive Luzi a proposito del silenzio. Ma se davvero è indicibile, il silenzio, che senso ha dedicargli centocinquanta pagine? Non è meglio tacere? Anche perché, oltre al valore spirituale, i libri hanno anche un prezzo ecologico, e tagliando gli alberi si fa un fracasso infernale. E addio silenzio. Adesso capiamo perché Wittgenstein, ai dibattiti della Versiliana, non ci è mai voluto venire.