Varie, 18 maggio 2005
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Zullo Gianni
• Matera 22 maggio 1920, Pianello Valtidone (Piacenza) 17 maggio 2005. Attore. Nel 1959 con Aldo Maccione, Gerry Bruno e Jack Guerrini, aveva fondato i Brutos (lui era quello che prendeva gli schiaffi) (’La Stampa” 18/5/2005). «Veniva regolarmente preso a sberle, si scioglieva in lacrime come un bambino, e l’Italia di Carosello scoppiava dalle risate. Era il Calimero dei Brutos, Gianni Zullo [...] E la vita difficile di chi vede morire un figlio per droga. Il dolore, però, lo teneva per sé, Zullo, che in pubblico riusciva a sfoggiare solo la sua vena umoristica. Con lui se ne va una parte di quell’avanspettacolo fatto di gags all’acqua di rose, frizzi, lazzi e canzonette. [...] il 1959 quando Gianni Zullo, ragazzo con la valigia, nato cresciuto e partito da Matera, fonda i Brutos con Aldo Maccione, Jerry Bruno, Jack Guerrini, Elio Piatti, sotto l’egida di Aldo Zanfroglini, proprietario del teatro Alcione di Torino. Nel giro di pochi mesi quello strano quintetto, in smoking estivo anche in inverno, sdentato (Jerry ha un unico gigantesco incisivo), più scimmiesco che fascinoso (tranne il bello, Jack) diventa richiestissimo. Lo vogliono i night-club, i teatri, la televisione, la pubblicità. E con lo spot della cera Grey, in cui Jack canta e gli altri rimbambiscono di scappellotti Gianni e poi gli dicono, ”malgrado tutto hai sempre una buona cera”, i Brutos vanno in orbita. Oramai sono famosi come Padre Mariano, Alberto Manzi e l’impermeabile del tenente Sheridan. Grazie al successo ottenuto con Carosello arrivano anche al cinema. Nel ”60 partecipano a quei film realizzati su una hit musicale e passati alla storia come musicarelli. Quattro anni dopo sono i protagonisti de I magnifici Brutos del West, diretto da Marino Girolami e con Giacomo Rossi Stuart, padre di Kim. Nel ”65, quando i cinque sono noti persino a Broadway e a Las Vegas, Jack Gerini muore e Aldo Maccione decide di fare l’attore e lascia il gruppo. Ma con Alfonso Pioppi e Dino Cassio l’avventura prosegue anche negli anni 70. I Brutos fanno serate su serate, sono ospiti d’onore di varietà televisivi. E Zullo continua imperterrito nel ruolo ”del cretino”, come diceva lui, ”felice non si sa perché”, e poi, all’improvviso in lacrime, ”ma a ragion veduta, vista l’abbondanza dei ceffoni presi”. Sberle, fortuna di quel cinema muto in cui Maciste sbatteva un uomo contro il muro come fosse stato un uovo, o in cui un mingherlino Charlie Chaplin saltava come una molla per sfuggire a un orso. Sberle, fortuna dei Brutos. E di Gianni Zullo, faccia da schiaffi e cuore tenero» (Micaela Urbano, ”Il Messaggero” 18/5/2005).