Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  aprile 29 Venerdì calendario

Grossi Paolo, di anni 45, romano, carattere mite e animo gentile, trascorreva le giornate suonando il pianoforte e aiutando come volontario gli alcolisti

Grossi Paolo, di anni 45, romano, carattere mite e animo gentile, trascorreva le giornate suonando il pianoforte e aiutando come volontario gli alcolisti. Poche amicizie, nessun legame particolare, conduceva una vita modesta grazie a un piccolo patrimonio lasciatogli dalla madre, edicolante, e all’affitto di una parte della casa avuta in eredità dai genitori, in via del Pellegrino, pieno centro di Roma. Viveva nell’altra parte dell’abitazione, trasformata in un monolocale, e raggranellava qualche euro anche grazie a un lavoretto saltuario con un amministratore di condominio. Tre sabati fa, alle sette del mattino, passò a trovarlo Alfredo Piras, 57 anni, disoccupato originario di Sassari, un amico conosciuto una decina d’anni fa in un centro per alcolisti anonimi. Il tempo di bere un caffè, il Piras iniziò a tagliuzzarlo con un coltello preso in cucina per farsi consegnare qualche migliaio di euro, forse il frutto della rata condominiale riscossa il giorno prima dal Grossi. Una violenta lite, e questi si ritrovò per terra, il corpo sfregiato da una cinquantina di tagli, la carotide recisa, il coltello da cucina piantato sul fianco sinistro: ancora agonizzante, smise di respirare dopo esser stato colpito in faccia con una statuetta in legno del Buddha. Alle sette e mezza di sabato 23 aprile, in via del Pellegrino, nel cuore di Roma.