GRo, ཿIl Giornale 29/4/2005 pag. 45; Marco De Risi e Davide Desario, ཿIl Messaggero 29/4/2005 pag. 41; Massimo Lugli, ཿla Repubblica 29/4/2005 pag. V della cronaca di Roma; Anna Maria Liguori, ཿla Repubblica pag. della cronaca di Roma, 29 aprile 2005
Grossi Paolo, di anni 45, romano, carattere mite e animo gentile, trascorreva le giornate suonando il pianoforte e aiutando come volontario gli alcolisti
Grossi Paolo, di anni 45, romano, carattere mite e animo gentile, trascorreva le giornate suonando il pianoforte e aiutando come volontario gli alcolisti. Poche amicizie, nessun legame particolare, conduceva una vita modesta grazie a un piccolo patrimonio lasciatogli dalla madre, edicolante, e all’affitto di una parte della casa avuta in eredità dai genitori, in via del Pellegrino, pieno centro di Roma. Viveva nell’altra parte dell’abitazione, trasformata in un monolocale, e raggranellava qualche euro anche grazie a un lavoretto saltuario con un amministratore di condominio. Tre sabati fa, alle sette del mattino, passò a trovarlo Alfredo Piras, 57 anni, disoccupato originario di Sassari, un amico conosciuto una decina d’anni fa in un centro per alcolisti anonimi. Il tempo di bere un caffè, il Piras iniziò a tagliuzzarlo con un coltello preso in cucina per farsi consegnare qualche migliaio di euro, forse il frutto della rata condominiale riscossa il giorno prima dal Grossi. Una violenta lite, e questi si ritrovò per terra, il corpo sfregiato da una cinquantina di tagli, la carotide recisa, il coltello da cucina piantato sul fianco sinistro: ancora agonizzante, smise di respirare dopo esser stato colpito in faccia con una statuetta in legno del Buddha. Alle sette e mezza di sabato 23 aprile, in via del Pellegrino, nel cuore di Roma.