ཿla Repubblica 7/5/2005. pag. 22, 7 maggio 2005
Vanacore Giuliano, di anni 37. Figlio d’una nota famiglia d’assicuratori di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli e a un passo dalla costiera sorrentina, portava avanti con successo l’attività dei suoi parenti
Vanacore Giuliano, di anni 37. Figlio d’una nota famiglia d’assicuratori di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli e a un passo dalla costiera sorrentina, portava avanti con successo l’attività dei suoi parenti. Sguardo buono e carattere mite, due giovedì fa passeggiava serenamente per le vie del paese assieme ai suoi bambini e alla tata, fino a quando incontrò un Carmine Caiazzo, di anni 36, un metro e novanta, suo conoscente e proprietario della ”Bottega dei sapori”, un negozietto di salumi e prelibatezze locali dove distribuiva anche sorrisi e cortesie alle massaie. Questi a invitarlo nel suo locale, forse per parlargli di alcuni soldi che ancora non gli aveva dato, e il Vanacore lasciò tornare a casa i piccoli per fare due chiacchere. Abbassate le saracinesche per la chiusura pomeridana, il salumiere offrì all’assicuratore un bicchiere d’acqua prima d’iniziare a colpirlo improvvisamente con uno dei suoi coltelli. Decapitato, il corpo del Vanacore fu ridotto in tanti piccoli pezzi per essere nascosto nella cella frigofera assieme alla carne da macerare. Tornato a casa, il Caiazzo mise i vestiti pieni di sangue in lavatrice e telefonò in casa della vittima, provando a far credere, senza successo, di aver sequestrato il Vanacore. Nel pomeriggio di giovedì 5 maggio, nella ”Bottega dei sapori”, una salumeria di Castellammare di Stabia, provincia di Napoli.