Il Sole 24 Ore 12/05/2005, pag.12 Marco Bona Castellotti, 12 maggio 2005
La scandalosa Madonna di Caravaggio. Il Sole 24 Ore 12/05/2005. Delle tre pale d’altare di soggetto mariano, compiute dal Caravaggio a Roma, a suscitare il maggior schiamazzo fu la Morte della Vergine
La scandalosa Madonna di Caravaggio. Il Sole 24 Ore 12/05/2005. Delle tre pale d’altare di soggetto mariano, compiute dal Caravaggio a Roma, a suscitare il maggior schiamazzo fu la Morte della Vergine. L’aveva eseguita per la chiesa di Santa Maria della Scala dei carmelitani, su commissione di Laerte Cherubini, un cittadino che aveva commissionato il quadro per farne dono a quei "buoni padri", del tutto ignaro di come il Caravaggio avrebbe osato trattare il tema. Certo è che, rivolgendosi a un personaggio bizzarro come il Merisi, si sarebbe aspettato qualcosa di diverso, ma che Caravaggio, per rappresentare la Vergine sul letto di morte, si spingesse a reclutare una <meretrice sozza degli ortacci> (Mancini), o una <donna morta gonfia> (Bellori), mai se lo sarebbe immaginato. La grande tela, opera della più consapevole maturità del Caravaggio, realizzata fra il 1605 e il 1606, è un concentrato di umano dolore. La morte della Madonna è commentata dal pianto corale degli apostoli, con Maddalena accanto al letto mortuario che non trattiene le lacrime. Nella scena, dove tutto avviene simultaneamente, c’è piena unità di tempo e di spazio. Si sta svolgendo un dramma sacro, dove l’effetto drammatico è ottenuto mediante la luce che, provenendo da sinistra, batte su alcuni particolari, scivola sulle teste lucide degli apostoli, dirigendosi con una violenza da terzo grado sul corpo esanime di Maria. Ma il ventre gonfio, epicentro dello scandalo per il quale in dipinto fu rimosso, a che allude? Si sono fatte innumerevoli ipotesi, ma sembra che nella Madonna gravida il Merisi abbia voluto vedere il ciclo intero della sua vita e far risaltare la sua maternità. I "buoni padri" carmelitani si sbarazzarono del quadro nel 1607. Per interessamento di Rubens venne acquistato da Vincenzo I Gonzaga per la cifra non alta di 270 scudi. Prima di passare di mano era rimasto invenduto un bel po’ di tempo e parecchio tempo doveva essere anche rimasto al suo posto in chiesa. Forse i carmelitani non si erano accorti del vistoso particolare del ventre, o non gli avevano attribuito alcuna importanza. Ma la condotta del Caravaggio aveva superato il limite di tolleranza. Nel maggio 1606 aveva commesso un omicidio. A questo punto tenere in chiesa l’opera discutibile di un assassino doveva risultare inaccettabile. Marco Bona Castellotti