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 2005  maggio 16 Lunedì calendario

La Conciliazione del 1929 e "l’uomo della Provvidenza". Corriere della Sera 16/05/2005. Dalla lettura di alcuni articoli ho appreso che la nascita ufficiale dello Stato della Città del Vaticano risale all’ 11 febbraio del 1929

La Conciliazione del 1929 e "l’uomo della Provvidenza". Corriere della Sera 16/05/2005. Dalla lettura di alcuni articoli ho appreso che la nascita ufficiale dello Stato della Città del Vaticano risale all’ 11 febbraio del 1929. I firmatari del documento, che ha sancito la creazione dello Stato che ospita il Sommo Pontefice della Chiesa universale, sono stati Benito Mussolini e il cardinale Gasparri. Potrebbe ripercorrere storicamente le tappe che portarono alla nascita di questa piccola (viste le dimensioni del territorio) potenza? In poche parole: come si arrivò al Concordato? Mario Salvo Pennisi Riposto (Ct) Caro Pennisi, si potrebbe sostenere che la storia della Conciliazione cominciò subito dopo la presa di Roma, nel settembre del 1870, e fu un complicato intreccio di sondaggi privati, mediazioni più o meno accreditate, dichiarazio ni pubbliche e incontri segreti. Nel 1887, quando Francesco Crispi era ministro degli Interni, un monaco di Montecassino, padre Luigi Tosti, pubblicò un opuscolo intitolato, per l’appunto, " Conciliazione " . Sembrò che l’autore avesse l’approvazione di Crispi e che il papa Leone XIII avesse visto le bozze, ma Tosti venne quasi immediatamente sconfessato dalle due parti e il progetto morì ancor prima di nascere. Una fase nuova cominciò molti anni dopo. In un libro molto interessante e documentato su " I cattolici nella società italiana dalla metà dell’ 800 al Concilio Vaticano II " (Brescia, La Scuola 1991), Alfredo Canavero ricorda che nel giugno del 1919 a Parigi, dove avevano luogo i negoziati per il trattato di pace, Vittorio Emanuele Orlando incontrò un prelato della Santa Sede, mons. Bonaventura Cerretti. Questi, scrive Canavero, " aveva proposto che l’Italia concedesse indipendenza e sovranità al territorio del Vaticano e Orlando non si era mostrato contrario " . Ma il re bocciò bruscamente la proposta e " minacciò addirittura di abdicare piuttosto che accettare un tale accordo " . Le trattative ricominciarono dopo la marcia su Roma. Sempre grazie a Canavero apprendiamo che Mussolini incontrò il cardinale Gasparri, nel gennaio del 1923, in una casa romana che era provvidenzialmente fornita di due ingressi e si prestava quindi agli incontri confidenziali. Il presidente del Consiglio e il segretario di Stato si scambiarono vaghe manifestazioni di buona volontà, ma decisero di restare in contatto e di utilizzare come tramite un padre gesuita, Pietro Tacchi Venturi, che divenne poi una sorta di " occhio del Vaticano " , a dispetto di Giovanni Gentile, nella redazione della Enciclopedia Italiana. Le trattative durarono sei anni, fra alti e bassi, e furono spesso pericolosamente prossime alla rottura. Mussolini voleva un accordo, ma non era disposto a tollerare che le organizzazioni cattoliche (i giovani esploratori, ad esempio) avessero una parte determinante nella formazione della gioventù italiana. Fu lui comunque che prese in mano la trattativa quando vennero al pettine gli ultimi nodi: effetti civili del matrimonio religioso, istruzione religiosa nelle scuole, statuto dell’Azione Cattolica. I patti Lateranensi vennero firmati l’ 11 febbraio 1929 e comprendono tre strumenti: un trattato con cui fu riconosciuta tra l’altro la sovranità della Santa Sede sul Vaticano, una convenzione con cui l’Italia versò alla Santa Sede, a vario titolo, un miliardo e 750 milioni di lire, e un Concordato con cui lo Stato riconobbe alla Chiesa cattolica un numero importante di autonomie e prerogative. Perché fu possibile fare nel 1929 ciò che era parso negli anni precedenti irrealizzabile? Lo Stato italiano aveva ormai messo radici nelle coscienze di una gran parte del mondo cattolico. Il fascismo aveva conquistato il potere e appariva alla Santa Sede, dopo i torbidi del dopoguerra e l’apparizione di un grande Stato comunista sulla scena europea, il miglior garante dell’ordine in Italia. Mussolini aveva un forte interesse a consolidare il proprio regime con il sostegno della Chiesa ed era pronto a fare concessioni, soprattutto nella questione del matrimonio e dell’istruzione religiosa, a cui la Santa Sede attribuiva grande importanza. Fu così che Mussolini divenne " l’uomo mandato dalla Provvidenza " e Vittorio Emanuele III, paladino della separazione fra Stato e Chiesa, perdette una storica battaglia liberale per la laicità dello Stato italiano. Sergio Romano