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 2005  maggio 14 Sabato calendario

Darnton Robert

• Nato a New York (Stati Uniti) il 10 maggio 1939. Sociologo. «[...] Presidente dell’American Historical Association, docente a Princeton, osservatore attento e interessato di e-books e nuove tecnologie applicate all’editoria, Darnton è fra i maggiori specialisti per quanto attiene alle dinamiche della censura nell’epoca moderna e tra le principali autorità nel campo della sociologia della lettura e della storia delle mentalità nella Francia del diciottesimo secolo. Da Il grande massacro dei gatti (Adelphi, 1988), a Il grande affare dei lumi (Sylvestre Bonnard, 1998), monumentale affresco dedicato alle vicende editoriali dell’edizione in-quarto dell’Encyclopédie, fino al dettagliato resoconto della caduta del muro e dell’asfittico regime del suo architetto politico, Erich Honecker, pubblicato in quel singolare esercizio di ”storiografia in presa diretta” che è il Diario berlinese (Einaudi, 1992), a più riprese il grande pubblico ha mostrato di apprezzare i suoi testi, scritti con chiarezza e stile esemplari e concepiti con ambizioni che vanno ben oltre i confini e il gergo del mondo accademico. Interrogato sulla sua passione per i fatti esemplari della storia e per quelli, forse meno gratificanti, dell’attualità, Robert Darnton ama ricordare - come ha puntualmente fatto nelle pagine di uno dei suoi libri più noti, Il bacio di Lamourette (Adelphi 1994) i giorni in cui, ventenne cronista di nera, venne inviato presso il commissariato di Newark, dove imparò a scontrarsi con ”stereotipi e gerarchie” che regolavano la selezione, la stesura e la presentazione delle notizie: una ”B” maiuscola posta su un fascicolo indicava, per esempio, che la vittima era di colore (black), classificando il fatto come ”privo di interesse”. Molti anni più tardi, quando aveva ormai cambiato mestiere e svolgeva ricerche tra ben altri fascicoli, Darnton confessò di aver ritrovato negli archivi francesi ”racconti che presentavano una grande somiglianza” con gli articoli scritti dai giornalisti che frequentavano il comando di polizia di Newark. ”Allora nessuno di noi sospettava che sul nostro modo di riportare i crimini di Newark influissero delle determinanti culturali”, eppure ”quando ci mettevamo alla macchina da scrivere le nostre menti non erano certo tabula rasa”, soltanto che ”a causa della nostra tendenza a osservare i fatti del momento piuttosto che i processi a lungo termine, ci muovevamo come ciechi”. La necessità di ”non essere ciechi dinanzi agli eventi” lo portò a studiare uno dei più discussi, e tuttavia misconosciuti, momenti di crisi e di passaggio dall’illuminismo alle idee rivoluzionarie, attraverso quello sguardo ”dal basso” che si sarebbe rivelato come il tratto distintivo di tutta la sua ricerca storica a venire. Nel 1968, Darnton diede infatti alle stampe il suo primo lavoro, dedicato alla vera e propria mania che si scatenò attorno alla figura di Franz Anton Mesmer, il medico-filosofo viennese ”scopritore del magnetismo animale”. Una figura di brillante ciarlatano capace, suo malgrado, di veicolare tensioni e conflitti che sarebbero violentemente esplosi negli anni della Rivoluzione propagandosi fino all’immaginario, politico e letterario, romantico. [...]» (Marco Dotti, ”il manifesto” 13/5/2005).