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 2005  maggio 19 Giovedì calendario

Andrea Ceccherini, presidente giovani-editori, Vanity Fair, 19 maggio 2005 E un senza età come Gianni Letta e pure gli somiglia

Andrea Ceccherini, presidente giovani-editori, Vanity Fair, 19 maggio 2005 E un senza età come Gianni Letta e pure gli somiglia. un implacabile telefonatore. svelto come un frullino. insonne come un relè. A 16 anni bazzica i socialisti e Claudio Martelli. A 20 aggancia Giulio Andreotti. A 21 corteggia Cesare Romiti. Poi Fedele Confalonieri. Poi Lachian Murdoch, figlio di Rupert. Ora Lapo e John Elkann. ambizioso, sveglio, elegante. Gira in grisaglia e autista. Dicono sia un po’ di destra. Dicono sia un po’ di sinistra. Dicono sia massone. Dicono sia dell’Opus Dei. Ma non è vero (quasi) niente. Andrea Ceccherini, 31 anni, fiorentino; suo padre, ramo edilizia, ha fatto i soldi con l’alluvione del 1966, moltiplicando le sue macchine movimento terra. Lui, il figlio, movimenta persone. E fa i soldi moltiplicando le tirature dei quotidiani italiani spedendone un milione di copie nelle scuole, pagate dalle fondazioni bancarie e dagli editori, dove migliaia di studenti, come a casa, fanno finta di leggerle, saltando chimica e matematica. Una volta all’anno, da quattro anni, Andrea Ceccherini fa il miracolo sulle colline senesi di Bagnaia. Bagnaia è un borgo medievale di stralusso. roba della famiglia Monti e della famiglia Riffeser. Ci sono suite, massaggi, vapori, azalee, Sassicaia ’97 e piattini di ribollita. Ceccherini prepara l’intero week-end come fosse un summit con dopo cena, sala congressi, hostess, bodyguard, e temi abbondanti come l’acqua minerale. Roba che non evapora dagli anni Cinquanta, tipo ”I giovani e la lettura”. Oppure: "Il declino della carta stampata". O addirittura: "Europa, un’opportunità". Il miracolo di Andrea Ceccherini è che il summit diventa vero. E il dopo cena imperdibile. Il miracolo è che, anziché un plausibile deserto, sui tornanti di Bagnaia si addensi l’ingorgo di auto blu. Dal quale ingorgo, giusto il prossimo weekend, spunteranno non solo editori miliardari, ma pure politici, banchieri, pupilli di stirpe Agnelli e casata Murdoch, il vicepremier Giulio Tremonti e il portavoce del Papa Navarro-Valls, l’impassibile Tronchetti Provera e l’inconsapevole Franco Frattini. Tutti di una qualche età, assai ricchi, autorevoli, potenti, con i minuti contati, ma disponibili a farsi frullare per 36 ore tra il basilico e le tavole rotonde di Bagnaia in una maratona di chiacchiere che in omaggio alla giovinezza di Ceccherini sembra un convegno di puericultura: "Crescere tra le righe". Ceccherini, tra le righe, ci è addirittura nato. Perché è solo tra le righe e negli spazi bianchi che si coltiva e si impara tanta furbizia. Al liceo fonda un movimento che sembra uno scherzo, contro le interrogazioni del lunedì mattina. Riunioni non in un centro sociale occupato, ma nelle salette a pagamento dell’Hotel Excelsior sul Lungarno. Il movimento fa proseliti. Lo rinomina: "Giovani in politica". Si attacca al telefono. Un giorno pesca Giulio Andreotti che naviga in declino dentro e fuori dalla Corte di Assise di Palermo. Andreotti lo riceve. Ceccherini gli organizza una serata davanti ai suoi studenti fiorentini. Vogliono sapere tutto sulla politica e naturalmente nulla sulla mafia. Andreotti si sdebita presentandogli Cesare Romiti. Romiti ha un debole per i giovani in carriera. Una manciata di anni prima si era invaghito di Ferdinando Adornato, quando ancora aveva la pipa, non era più comunista né migliorista né socialista né ulivista, ma liberal. Adornato si intitolò un mensile molto colorato. Romiti gli pagò i conti e la pipa. Il mensile morì. Adornato si eclissò con Berlusconi. Stavolta con Ceccherini, Romiti si limita ai consigli, ai convegni, a un po’ di copie del Corriere della Sera da distribuire a quelli del primo banco. Dal cappello di Romiti salta fuori Andrea Riffeser, editore di Nazione, Giorno, Carlino, nonché di un maneggevole riassunto dei tre, intitolato Qn, quotidiano nazionale. Anche la roba di Riffeser finisce nelle scuole, per i primi e pure per gli ultimi banchi. Ceccherini decolla. Molla Giurisprudenza e accetta volentieri una laurea honoris causa da un istituto milanese che si fa chiamare Isfoa. In città mette in piedi una nuova creatura politica che si chiama proprio "Progetto Città". Nasce come movimento, ma diventa assai stanziale, a Firenze, come sono le lobby. Ha un migliaio di iscritti e, alle ultime Regionali, piazza un candidato eletto a destra e uno eletto a sinistra. Il programma è molto più breve del contratto con gli italiani. Non prevede tunnel, ma lezioni di politica con docenti sorprendenti tipo Buttiglione, Cariglia, Irene Pivetti, Dini, Pannella. Rotto il ghiaccio, arrivano anche Fisichella, Fini, D’Alema, Casini, Bertinotti e Giuliano Amato. Si articola in molti convegni. Che assomigliano un poco ai temi di Bagnaia, ma senza le colline e il resort. Bagnaia diventa subito un successo. Siccome ci vanno Romiti, Andreotti e Riffeser ecco spuntare Fedele Confalonieri e lo stato maggiore di Mediaset. Siccome c’è Mediaset arriva Tronchetti Provera con La7. Poi la Rai. Poi i banchieri. Poi i direttori dei giornali. Nessuno sa bene perché ci sono andati i primi, ma tutti si mettono in marcia per non essere gli ultimi. Ceccherini invita proprio tutti, tranne l’editore De Benedetti, che poi sarebbe il gruppo Espresso-La Repubblica. Loro no, dall’inizio. Così come non invita i giornali che lo criticano. O che si chiedono come, per cosa, per chi, quando e dove è nata la cometa Ceccherini. Che poi sarebbe il pane e il companatico del giornalismo con cui andrebbero nutriti non solo i ragazzi delle scuole, ma persino gli editori adulti. I quali editori, ogni anno, sedendosi a Bagnaia, ascoltano i dati catastrofici che Ceccherini snocciola. Meno copie, meno lettori. Giornali in crisi. Bilanci fasulli. Tirature gonfiate. Tutto come in uno specchio che Ceccherini lucida, nutrendone i riflessi. Com’è ovvio tutti sanno già tutto. Ma aspettano. Perché il bello dei weekend comincia sempre alla fine, dopo la campanella, quando vanno in scena il tramonto, la cena, le chiacchiere. Studenti? Scuola? Lettura’? Ma no. Semmai affari, gossip politico, dispetti, alleanze, soldi. Beati loro che si sentono "il gioco". Prima o poi si accorgeranno che Andrea Ceccherini, il fiorentino, li ha trasformati in giocattoli. Pino Corrias