Varie, 13 maggio 2005
SALEEM
SALEEM Hiner Akkra (Iraq) 9 marzo 1964. Regista. Curdo • «’La prima immagine che ho visto bambino alla tv era Saddam Hussein, sui libri di scuola c’era Saddam Hussein, in classe i buoni sedevano sotto il ritratto di Saddam Hussein ridente, sopra i cattivi c’era lo sguardo arrabbiato di Saddam Hussein. In ogni piccola piazza c’era la statua di Saddam Hussein, i manifesti erano appesi in ogni angolo di strada. Appartengo alla generazione di Saddam Hussein, sono segnato. Sono contento che sia in prigione, purtroppo ha lasciato in giro tanti piccoli Saddam, nutriti dal suo mito”. [...] ”scoperto” [...] a Venezia per lo humour surreale di Vodka lemon [...] fuggito, in Italia poi a Parigi, per sfuggire alla feroce repressione del regime di Saddam contro la minoranza curda. ”Il 9 aprile 2003, il giorno della caduta di Saddam, è stato il più bello della mia vita. Sono tornato nel mio paese, era ancora distrutto, desolato, villaggi completamente abbandonati dai curdi, massacrati o fuggiti. Ho pianto, tanti hanno pianto. [...] Non si può immaginare quanto fosse duro vivere sotto il regime, costretti a cancellare la nostra cultura, il curdo era proibito nelle scuole, anche cantare O sole mio in curdo era pericoloso, potevi essere arrestato e ucciso [...] Premetto che sono contro tutte le guerre e che ho scritto un libro sugli americani. So che nelle città italiane e di tanta Europa ci sono state grandi manifestazioni contro la guerra all’Iraq, ma noi curdi non potevamo permetterci il lusso di aspettare che i politici inducessero Saddam ad abbassare la ferocia, mentre ogni giorno si trovavano cadaveri di curdi massacrati, chiusi in sacchi di plastica. Permetteteci di dire che la guerra è stata una cosa buona per noi, permetteteci di essere felici per esserci liberati di Saddam Hussein” [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 13/5/2005).