Corrado Zunino, ཿla Repubblica 13/5/2005;, 13 maggio 2005
«Mondiali del Messico, 1970, Pelè e Rivera. Il calcio si raccontava con tre telecamere, due dall’alto e una dal basso
«Mondiali del Messico, 1970, Pelè e Rivera. Il calcio si raccontava con tre telecamere, due dall’alto e una dal basso. Può sembrare una tv primitiva, ma la partita si capiva molto meglio. Oggi non mi sembra che la cronaca della gara sia al centro dell’interesse della nuova tv: primi piani, cambi d’immagine, interruzioni dell’azione. La televisione sembra voler raccontare se stessa, non l’evento. I registi del calcio, d’altronde, hanno una formazione cinematografica. Prima la tv era uno strumento per raccontare meglio un fatto sportivo, oggi è un media prepotente. Ritiene di poter svelare tutto, interviene sugli errori arbitrali nella speranza di eliminare dal calcio qualsiasi imperfezione. Così, al calcio, toglie solo il suo mistero. Per non perdere la testa mi sono dato un metodo: guardare sempre il campo in modo da regalare allo spettatore il mio sguardo d’insieme, nessuna telecamera potrà mai farlo» (Bruno Pizzul).