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 2005  maggio 13 Venerdì calendario

CAPRA Fritjof Vienna (Austria) 1 febbraio 1939. Fisico • «[...] crede nella ”rete della vita”

CAPRA Fritjof Vienna (Austria) 1 febbraio 1939. Fisico • «[...] crede nella ”rete della vita”. Dice: ”Lo scopo del mio lavoro è quello di favorire uno sviluppo sostenibile , in una società che collabori con la natura e non interferisca con la sua eccezionale capacità di favorire la vita”. Guru del movimento no global, autore di libri ormai cult come Il Tao della fisica (straordinaria sintesi dei principi della rivoluzione einsteiniana e delle filosofie orientali), Il punto di svolta, Verso una nuova saggezza, La rete della vita e La scienza della vita, il fisico viennese (che vive a Berkeley, California, ed è da anni cittadino americano) [...] tra i pensatori più originali del mondo contemporaneo. Ambientalista convinto, acuto esploratore di un nuovo linguaggio scientifico rappresentato da una costellazione di teorie (quelle della complessità, di Gaia, del caos, delle dinamiche non lineari) [...] aria di un eterno ragazzo non molto diverso dal giovane studente di fisica che - ricorda - faceva ”la guida turistica [...] a Roma, all’inizio degli anni 60, per pagarsi gli studi universitari”. Impegnato [...] nell’analisi delle scienze biologica ed ecologica, ha trovato nel concetto di rete il filo rosso che le collega. Spiega: ”Le reti sono i modelli di ogni sistema vivente. Dovunque c’è vita c’è rete. Ogni organismo è una rete di cellule, la cellula è una rete di molecole, nella società umana abbiamo reti di comunicazione personali e sociali. E poi c’è Internet che è la rete di tutte le reti... La nozione di rete è centrale per capire il nostro tempo. Nella mia ricerca, ho cercato di paragonare le reti biologiche a quelle sociali, giungendo alla conclusione che abbiamo molto da imparare dalla natura [...] Se vogliamo davvero che una società complessa come la nostra sopravviva, dobbiamo ridisegnarne la struttura compatibilmente con la natura, le sue leggi e le sue esigenze. Ma, per far questo, la società della rete deve decidere quale strada prendere di fronte a due fenomeni molto diversi, sviluppatisi grazie alle nuove tecnologie: il primo è l’affermazione di una nuova forma di capitalismo, il capitalismo globale; e il secondo è la possibilità di realizzare finalmente uno sviluppo sostenibile, in sintonia con l’ecosistema [...] Il capitalismo affermatosi negli anni 90 è una conseguenza della rivoluzione informatica. molto diverso dal capitalismo industriale di cui si occupò Marx o dalla economia keynesiana della prima e seconda guerra mondiale. Intanto, è il primo caso di un sistema economico globale che abbraccia tutto il mondo. E poi è diverso perché la principale risorsa produttiva è costituita dalla innovazione, dalla conoscenza e dai processi informatici. Questo capitalismo è basato soprattutto su reti di flussi finanziari e informatici, in modo tale che investitori e speculatori possono investire su progetti di livello mondiale e gestire ogni giorno miliardi di euro nel mondo intero. Il risultato è che tutto il sistema è diventato un casinò elettronico in cui gli speculatori hanno buon gioco e un immenso mercato è continuamente manipolato da interessi spesso incontrollabili... Ma c’è ancora spazio per un’alternativa [...] All’obiettivo dell’economia globale di massimizzare i profitti delle multinazionali e degli speculatori, bisogna opporre quello di massimizzare la sostenibilità della rete della vita . Naturalmente per riuscirci dobbiamo servirci delle nuove tecnologie. Gli stessi network elettronici che oggi governano l’economia possono essere usati per obiettivi diversi. Si tratta di decidere se sia più importante fare più profitti o avere più democrazia, diritti umani e proteggere l’ambiente naturale. Il problema non è la tecnologia ma il modo in cui può essere usata [...] una delle prove più clamorose del funzionamento perverso del sistema è la diffusione della corruzione. Non che prima non esistesse. Ma negli ultimi anni è stata onnipresente. Ci sono stati casi gravissimi di corruzione in Belgio, in Svezia, in Olanda, in Italia, in tutti i paesi... Non c’è alcun rispetto per i principi etici. Quando Clinton era alla Casa Bianca, ha rischiato un empeachment perché ha mentito sui rapporti con un’amante. Bush ha mentito al mondo intero sull’Iraq ma gli stessi principi etici sono stati dimenticati dai suoi elettori [...] Quella che noi chiamiamo la società globale civile , costituita da una rete internazionale di organizzazioni non governative, nata a Seattle, è un fenomeno nuovo ma si richiama direttamente agli anni 60. Quel periodo ci ha lasciato in eredità le basi di una società alternativa. I movimenti femministi, ecologisti, operai hanno dimostrato allora la possibilità di realizzare un mondo diverso, non autoritario. Oggi dobbiamo rilanciare la svolta rappresentata da quella controcultura creando una società che integri conquiste dell’elettronica, dignità umana e sostenibilità ecologica [...] Il movimento no global, molto grande e composito, si ispira senz’altro ai principi della non violenza. Ma, nelle nostre azioni di protesta e nelle nostre attività, bisognerebbe spingersi più in là in questa direzione. La non violenza gandhiana è molto sofisticata e rappresenta una risorsa straordinaria per la trasformazione della società. I suoi insegnamenti hanno guidato le rivoluzioni di Mandela e Tutu in Sud Africa. Nel movimento dei Verdi, in Germania, anche Petra Kelly è stata molto influenzata da Gandhi [...] Quella americana è oggi una politica imperiale. E ha effetti disastrosi sull’ambiente perché è ostinatamente legata al petrolio, nonostante si tratti di una fonte in via di esaurimento. Il controllo delle risorse petrolifere irachene è stato il principale motivo della guerra e gli interessi petroliferi hanno avuto un ruolo decisivo anche nell’intervento in Afghanistan. Questo è assurdo perché il problema energetico impone oggi altre scelte, come l’idrogeno. Soltanto Bush si ostina a non capirlo” [...]» (Massimo Di Forti, ”Il Messaggero” 12/5/2005).