Il Sole 24 Ore 11/05/2005, pag.6 Ugo Tramballi, 11 maggio 2005
Ingegneria genetica, orgoglio di Fidel. Il Sole 24 Ore 11/05/2005. L’AVANA - Quando morì Ubre Blanca, una vacca da 108 litri di latte al giorno, "Granma", il giornale del Partito, le dedicò una pagina intera e la gente si commosse
Ingegneria genetica, orgoglio di Fidel. Il Sole 24 Ore 11/05/2005. L’AVANA - Quando morì Ubre Blanca, una vacca da 108 litri di latte al giorno, "Granma", il giornale del Partito, le dedicò una pagina intera e la gente si commosse. Fidel disse che dai suoi geni sarebbe nata la super-mucca socialista, ma da allora sono passati 20 anni e nessuno ha più tentato di riprodurla. Ubre Blanca era stata una "malformazione positiva ma non ripetibile", spiegano ora gli scienziati: rischiava di nascere un mostro, non la soluzione alla crisi, a causa della quale l’età per il bicchiere gratuito di latte quotidiano è stata ridotta da 13 a 7 anni. La supervacca non fu un grande successo. Probabilmente non lo è nemmeno la sperimentazione del Tilapia africano, uno dei pesci più consumati a Cuba che, programmandolo geneticamente, stanno tentando da due anni di far crescere più in fretta. Però se un bambino rischia di morire a causa della meningite di tipo B, il vaccino che lo può salvare, l’unico al mondo, viene da qui, dal Centro d’ingegneria genetica e biotecnologica dell’Avana. Come altre medicine che curano malattie contagiose, il cancro, gli infarti, le trombosi. Multinazionali a parte, Cuba è il Paese dove più si ricercano e si producono vaccini contro le malattie tropicali che ogni anno uccidono alcuni milioni d’individui. L’industria biotecnologica considerata fra le più avanzate del mondo sembra un’università della Florida immersa in un giardino tropicale. Solo le case per gli scienziati rivelano le origini socialiste del luogo: sono uguali ai palazzi prefabbricati di Leninskij Prospekt, periferia di Mosca. L’altro segnale tipicamente sovietico è il plastico del Centro propedeuticamente mostrato all’ingresso ai visitatori, e la bacchetta per indicare cosa c’è in questo edificio e cosa si produce in quell’altro. Tuttavia Manuel Perez-Castaneda, "Business Development Executive" del Centro, non la usa. Si limita a spiegare a voce, appassionatamente. "Il Centro è stato fondato il 1^ luglio 1986 - dice -. lo sviluppo logico di un successo della rivoluzione che nei suo primi 20 anni di governo era riuscita a fare di Cuba l’unico Paese dell’area dove non si moriva più di malattie tropicali". Manuel omette che già prima della Rivoluzione, Cuba era all’avanguardia: tuttavia è un fatto che anzichè regredire come in molti altri Paesi socialisti, sia avanzata. Il primo successo del Centro fu la produzione d’interferone per combattere il cancro e le malattie virali. "Non fu il primo interferone - ammette Manuel - ma il primo a essere distribuito gratuitamente". Data la domanda, si passò alla produzione d’interferone con l’ingegneria genetica: un fermentatore di batterio da 100 litri produceva la stessa quantità d’interferone per il quale sarebbero occorse 50mila donazioni di sangue. Poichè il suo lavoro è trasformare la ricerca scientifica in affari, Perez-Castaneda passa a indicare i "prodotti leader". "Una serie di molecole che hanno funzione antivirale; il vaccino contro l’epatite B; il lavoro e lo sviluppo attorno al vaccino contro la meningite; l’Estrectochinasa, un farmaco contro l’infarto; il trattamento del piede diabetico: nel 50% dei casi non tagliamo più l’arto". C’è un risultato economico e uno sociale, in tutto questo. Il Centro d’ingegneria genetica e biotecnologica e gli altri 50 laboratori nati a Cuba garantiscono 40 milioni di dollari all’anno. " stato a causa del "periodo speciale", 15 anni fa, che abbiamo dovuto cominciare a usare la calcolatrice - spiega Manuel -. Mancavano i soldi e dovevamo commercializzare la nostra produzione". Una volta in cambio dell’interferone i cinesi pagarono con due milioni di biciclette. "Pesanti come blindati - ricorda Perez-Castaneda - ma non si rompevano mai". L’ingegneria genetica è ormai un settore strategico del Paese: non dipende da un ministero ma direttamente dal Comandante in Capo. La canna da zucchero è in crisi così irreversibile da essere stata esclusa dalle produzioni strategiche. Alle potenzialità genetiche, invece, non sono stati posti limiti. Per quanto non piaccia agli ambientalisti europei, la ricerca sull’agricoltura transgenica avanza a passo spedito. " un’alternativa per garantire la produzione di mais nelle province colpite dalla siccità: non è un obiettivo ma un mezzo", si giustifica Manuel. Poi c’è il risultato sociale. Al Centro lavorano 1250 scienziati e tecnici. All’inizio della rivoluzione, dice ancora Perez-Castaneda, la mortalità infantile era del 40 per mille e l’aspettativa di vita di 62 anni. "Oggi grazie alla biotecnologia la mortalità è del 5,8 per mille e la vita media di 77 anni. Nonostante la crisi economica". Se gli Stati Uniti avessero lo stesso tasso di mortalità infantile cubana, verrebbe salvata la vita di 2.212 bambini ogni anno, scriveva tempo fa Nicholas Kristof del "New York Times". Kristof è un "dannato liberal" odiato dall’amministrazione Bush: ma quello che dice lo sostiene anche il "World Factbook" della Cia. Ma che senso ha garantire l’unico vaccino al mondo contro la meningite quando nelle farmacie dell’Avana non esiste aspirina nè bicarbonato? " vero, ma siamo in guerra: l’unica differenza è che non cadono le bombe", ammette Manuel riferendosi al boicottaggio economico americano. il pretesto per giustificare i limiti del sistema ma la cui prova contraria non potrà mai essere sperimentata: gli Usa non hanno alcuna intenzione d’interrompere el bloqueo fino a che Castro è al potere. Tuttavia i fallimenti del regime non possono essere misurati estrapolandoli dal contesto geografico di Cuba. Fino a 16 anni fa i tedeschi dell’Est vivevano senza diritti e con le Trabant al di qua di un muro oltre cui altri tedeschi erano liberi e prosperi. Qui a Sud del Rio Grande non c’è una Germania Ovest, non c’è un solo modello che meriti di essere imitato o che socialmente sia migliore di Cuba. In realtà è difficile raccontare le cose da quaggiù, a XXI secolo iniziato, in uno dei pochi posti al mondo che ancora sollevano furori ideologici. Cuba non è quel paradiso raccontato da Oliviero Diliberto nè quell’inferno descritto da Gustavo Selva. solo un posto dove democrazia e uguaglianze sociali, retorica di regime e realtà, si scontrano come le onde dei due oceani a Sud di Capo Horn. Ugo Tramballi