La Repubblica 07/05/2005, pag.51 Anna Bandettini, 7 maggio 2005
Enzo Jannacci. La Repubblica 07/05/2005. Io fino a 17 anni ero piccolo e disperato. Ero alto 1,60 ma avevo piedi grandi così
Enzo Jannacci. La Repubblica 07/05/2005. Io fino a 17 anni ero piccolo e disperato. Ero alto 1,60 ma avevo piedi grandi così. Il 43. Quella inadeguatezza dei piedi si ripercuoteva sul cervello. Non ero mica giusto. A scuola ero inqualificabile. Allora imparavo tutto a memoria. Di greco so ancora l´aoristo di esthio...". E quando ha capito che Jannacci era diventato Jannacci? "Una volta alla Bussola. Dovevo sostituire Sergio Endrigo che si era ammalato. Sul palco c´era Peppino Di Capri che era già celebre. Peppino, gli dissi, fammi il giro in do maggiore quando vedi che grido "me fa male i pè...". Fu un successo. L´altra volta fu quando mi resi conto che Cochi e Renato avrebbero funzionato. Avevo avuto fiuto". Ne ha promossi tanti di allievi. "Abatantuono, Boldi, Paolo Rossi... Una sera il nostro agente di allora, Paolo Guerra, ci portò da Costanzo insieme. Fu un tale botto che ancora adesso mi chiedono se ci torniamo. Oggi ho ancora dei ragazzi che seguo. E´ che non ci sono i posti per lanciarli". Voi di quell´epoca lì, però eravate un po´ speciali. "C´è stato un periodo che giravamo sempre con delle macchinone. Una volta Pozzetto, che già aveva fatto i soldi coi film, si era comprato da Gianmarco Moratti una vecchia Rolls Royce per 15 milioni. Ce ne andammo a Cesenatico a urlare alla gente: "siamo di lotta continua, le ferie son finite". Sa cosa? Che allora non c´era il degrado culturale di oggi. Noi leggevamo, ci informavamo. Villaggio era laureato. De André conosceva i poeti. Se leggi, se ti circondi di amici così, vedi la vita sotto un altro punto di vista, puoi fare il professor Krantz che solo un pazzo come Villaggio poteva inventare, e farti prendere sul serio... Quanto a me, mi viene anche da mio padre che poteva diventare generale e invece è morto maresciallo per star vicino ai suoi uomini. Io ho fatto il medico perché mio padre voleva che imparassi cosa è la sofferenza e a stare vicino alla gente". Anna Bandettini