12 maggio 2005
Tags : Fofao
FOFAO (Helia Rogerio de Souza). Nata a San Paolo (Brasile) il 10 marzo 1970. Giocatrice di pallavolo
FOFAO (Helia Rogerio de Souza). Nata a San Paolo (Brasile) il 10 marzo 1970. Giocatrice di pallavolo. Con Perugia ha vinto lo scudetto 2004/2005. Con la nazionale brasiliana, ha vinto il bronzo ad Atlanta e a Sydney 2000. Argento ai Mondiali ’94, oro ai Panamericani ’99, 3 volte il Grand Prix (’96, ’98, ’04). «Ha le guanciotte gonfie, per questo la chiamano Fofao, come il pupazzo cicciottello che in Brasile faceva ridere i bambini in tv, tipo Topo Gigio. Ha le mani che creano, perché secondo lei la pallavolo è fantasia, è inventare sempre qualcosa di nuovo, per stupire pubblico e avversari. [...] ”Da quando ho tredici anni sono solo Fofao, un nome che mi piace, perché quel pupazzo mi faceva divertire. Sono Fofao da quando ho cominciato con la pallavolo, scelta perché il mio professore a scuola mi ha portato a un provino ed è andato bene”. Tanto che dopo un inizio da schiacciatrice hanno preferito provarla come alzatrice, anche se a lei non piaceva tanto. [...] un caso l’ha portata alla Despar. ”Mia sorella Silmali era stata a Perugia per giocare a beach volley, poi la società si è interessata a me, e lei mi ha detto: vai a Perugia, è bello. E così, senza mai aver pensato prima di uscire dal Brasile, sono venuta in Italia, perché avevo visto in tv il vostro campionato e avevo voglia di conoscerlo. Adesso che l’ho provato posso dire che è il più difficile. Da noi ci sono solo due o tre squadre forti, mentre qui in tutte le partite devi dare sempre il massimo”. Alla prima stagione a Perugia, Fofao ha subito conquistato tutti con il sorriso e la disponibilità e, non ultimo, con la classe necessaria a guidare la Despar alla tripletta scudetto, coppa Italia e coppa Confederale. Fofao Maravilhao, come le cantano i tifosi, aveva sulle spalle un’eredità difficile sin dal primo allenamento: prendere il posto di Irina Kirillova, che qui aveva portato il primo scudetto e che tutti ricordano come esempio di classe e professionalità. Ma la ”Perla di San Paolo” è riuscita a ritagliarsi il suo ruolo, con i suoi modi pacati e il passo felpato, quasi nascondendosi dietro la potenza delle sue schiacciatrici. ”Per la prima volta nella mia vita mi sono trovata lontano dalla mia famiglia (numerosa, ha quattro sorelle e due fratelli). Sono stata bene, mi è mancato mio marito, ma sapevamo che era importante per il lavoro [...]” [...] A Perugia trova il suo angolo di casa al ristorante brasiliano Copacabana, ”lì posso parlare portoghese”. Lì può sentire la musica preferita, quella di Ivete Sangalo, e ballare il samba, in cui si scatena quando, lei che è astemia, viene convinta a bere anche solo un goccetto. Lì trova il suo piatto preferito: ”riso e fagioli, con una buona carne”, anche se ama anche le lasagne, forse per questione di Dna, visto che arrivava da Bologna la nonna Concetta Emiliani, madre di mamma Eurides, che l’ha accompagnata in [...] Italia [...] Per rilassarsi utilizza metodi tradizionali, come lo shopping, ma si affida anche a cure alternative, come la pulizia dell’auto. Possiede spazzole e spazzolini, spray e lucidanti, e per trovare un’ora di pace va all’autolavaggio. [...]» (Marisa Poli, ”La Gazzetta dello Sport” 12/5/2005).