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 2005  maggio 12 Giovedì calendario

Marco Enric

• Nato a Barcellona (Spagna) il 14 aprile 1921. Impostore. «’Quando arrivavamo ai campi di concentramento su quei treni infetti, vagoni per il bestiame, venivamo denudati, i loro cani ci mordevano, ci abbagliavano i loro fari. Ci gridavano in tedesco links-rechts, sinistra-destra. Noi non capivamo niente, e non capire un ordine ti poteva costare la vita. Spero che tutti apprendano la lezione. Ai giovani, che non sanno nulla della storia, gli manca qualcuno che gliela racconti”. [...] parlava così nel gennaio 2005 davanti alle Cortes di Madrid, durante un atto in memoria delle vittime dell’Olocausto. Parole commoventi, ancora una volta, del più noto tra i reduci spagnoli dei campi di concentramento nazisti. Ma la ”storia”, la sua storia, era pura fantasia. Il presidente dell’associazione ”Amical de Mauthausen”, che riunisce tutti gli ex deportati spagnoli, era un impostore. Nelle più di cento conferenze che pronunciava ogni anno nelle scuole di tutto il paese, raccontava come propria un’esperienza vissuta, tragicamente, da altri. Quel numero da deportato, il 6448, era un’altra beffa che propinava alle decine di intervistatori che lo interpellavano. L’hanno scoperto proprio pochi giorni prima che iniziassero le celebrazioni per il sessantesimo anniversario della liberazione dal nazi-fascismo. Marco era appena arrivato in Austria, per guidare la delegazione spagnola a Mauthausen, ma i colleghi della associazione l’hanno costretto a tornarsene precipitosamente a casa. Un’indagine interna [...] aveva consentito di scoprire che non era mai stato internato in nessun campo di sterminio. Né Flossenburg, come lui stesso sosteneva, né nessun altro. L’origine del grande equivoco è in quell’autobiografia, che data 1978, dal titolo Memoria dell’inferno, in cui Enric Marco raccontava nei dettagli la sua odissea mai vissuta. In quel libro, la falsa vittima del nazismo spiegava che lavorò a Barcellona come meccanico fino alla sconfitta repubblicana. Poi sarebbe fuggito in Francia per prendere parte ala resistenza: e lì sarebbe stato catturato dalla polizia nazista in collaborazione con la Gerdarmerie collaborazionista e deportato nei campi di sterminio, per essere liberato agli inizi del 1943. Storia credibile ma impossibile da dimostrare. Il fatto è che nessuno [...] aveva messo in dubbio la buona fede di un uomo che aveva un curriculum di tutto rispetto: Marco fu segretario generale del sindacato Cnt e poi, per anni, vice-presidente della Federazione genitori degli alunni della Catalogna. Un cittadino modello al quale [...] l’allora presidente della Generalitat Jordi Pujol pensò bene di concedere la più alta onorificenza catalana, la croce di Sant Jordi» (Alessandro Oppes, ”la Repubblica” 12/5/2005).