Valerio Castronovo, ཿIl Sole - 24 ore 20/4/2005. pag. 12, 20 aprile 2005
La statalizzazione delle ferrovie italiane fu varata dal Parlamento italiano nell’aprile del 1905 dopo un’aspra battaglia politica
La statalizzazione delle ferrovie italiane fu varata dal Parlamento italiano nell’aprile del 1905 dopo un’aspra battaglia politica. A quella data infatti scadevano le Convenzioni del 1885 che avevano dato gran parte delle linee ferroviarie in concessione, per vent’anni, a diverse società private. L’ipotesi di trasferire allo Stato la gestione delle strade ferrate, condivisa dai socialisti riformisti, era osteggiata dalla corrente massimalista perché temeva che la nazionalizzazione implicasse per i ferriovieri, una volta passati alle dipendenze dello Stato, il divieto di sciopero (e Giolitti quando nel 1903 formò il suo secondo ministero non fece mistero di avere un obiettivo del genere). L’ostruzionismo dei sindacati così indusse lo stesso Giolitti a dimettersi, nel febbraio del 1905, adducendo motivi di salute (ma in realtà non voleva cedere su una questione di principio). A completare l’opera fu così il suo successore , Alessandro Fortis, che, come luogotenente dello statista presentò un progetto di legge molto simile a quello precedente, in cui era ribadito il divieto di sciopero per tutti gli addetti del settore (era solo più miti le multe previste per i trasgressori).