Varie, 10 maggio 2005
SOTIS
SOTIS Lina Roma 27 aprile 1944. Giornalista. Del ”Corriere della Sera”. Ex moglie di Gian Marco Moratti • «[...] Presto orfana di madre, poi del celebre padre, Gino, matrimonialista che annullò le nozze di Claretta Petacci. Crebbe tra suore per i ricchi, le Ancelle del Sacro Cuore, le Orsoline di Cortina d’Ampezzo. un tipico prodotto di convitto. Ragazza impaurita, peste appena fiorisce. Troppo bella per essere virtuosa, dilaga. Fatto il pieno di esperienze, ripiega. Oggi, è saggia come Minerva. In cronaca, al ”Corsera’, la chiamano ”zia”. ”Ziaaa, ce l’hai il telefono di tizio... Che faceva Caio nell’83”, le urlano, metà enciclopedia, metà agenda. A Milano si trasferisce per impalmare Gian Marco Moratti, figlio di Angelo, il petroliere. una sposa bambina. ”Ma strafica!” [...] Due figli, Angelo e Francesco, e le nozze precipitano. ”Volevo integrarmi, ma per i Moratti ero un’estranea”. [...] Le tolgono i figli, torna a Roma. Si innamora e si stufa del ”68. ”Sono di sinistra, ma individualista”. Rientra a Milano, lotta per i figli, giunge l’annullamento. Butta il cognome Moratti. ”Non le sopporto quelle che continuano a portare il nome dell’ex”. [...] Vende pubblicità per ”Vogue”, scribacchia per ”Amica”. ”Ferale notizia: i Moratti comprano il ”Corsera’ di cui ”Amica’ è una costola. Mi licenzio”. Subentrati i Rizzoli, Lina torna nel gruppo. Accetta il turno dell’alba al ”Corriere d’Informazione”. Già in vista di un trasloco al ”Corsera”, si scopre un tumore al cervello. ”Devo guarire, altrimenti addio ”Corriere’” dice al suocero Angelo in clinica. ”Non ti preoccupare. Se no, lo ricompriamo”, la consola il vecchio. Guarisce, ma perde il campo visivo sinistro e non guida più. la prima donna in cronaca del ”Corsera”. Un Natale il suo amante di turno festeggia in famiglia con la moglie. Lina è frustrata. Il direttore le chiede una lettera nataliza per i lettori. Lei scrive con arguzia la lamentela dell’amasia negletta. Va in prima pagina. Da allora, è Lina Sotis per migliaia [...]» (Giancarlo Perna, ”Capital” settembre 2001) • «Una volta era la signora Bon Ton a causa di un fortunatissimo libro in cui insegnava le buone maniere dei tempi moderni. Poi le rubriche Bagatelle sul ”Corriere della Sera” e ”Controcanto” su ”Sette” la fecero diventare l’amata-odiata narratrice dei momenti più segreti dalla borghesia milanese [...] ”Io ero proprio una ragazza avvenente. A essere bella hai sempre l’impressione che la vita ti debba qualcosa. Invece non è vero, non ti deve proprio niente, tutto devi andartelo a cercare e io per molto tempo non l’ho capito. Ero una sciocca con due gambe. Puntavo più su quelle che sul cervello [...] A 34 anni. Quando ho avuto un tumore al cervello. così ho appurato che ce l’avevo. Una paura tremenda [...] Sono stata anche una ragazza cicciotta e disperata. Non mangiavo per tre giorni e poi mi mangiavo un cabaret di paste [...] Io ero una ”figlia di’. Mio papà era un famosissimo avvocato rotale. Annullava tutte le belle e famose signore d’Italia e del mondo tipo Ingrid Bergman. Io non avevo mamma. Era morta di parto quando ero nata. Eravamo tre sorelle, Donatella, Viviana e io, e vivevamo con il nonno. Mio padre viveva fuori Roma e ci veniva a trovare ogni tanto. [...] Avevo dieci anni, andavo a scuola alle Ancelle del Sacro Cuore. Lietta Tornabuoni fece un servizio sulle figlie di persone famose. Ebbi intervista e fotografia sul giornale [...] Io ero una ”figlia di’ anche da parte di mamma. Mio nonno era uno Storoni, mia zia era una Storoni Mazzolano, la grande latinista. A casa di mio padre arrivavano i Rossellini, i De Sica, i De Chirico. A casa del nonno si vedevano Malagodi e tutto il partito liberale [...] Oggi sono una delle poche donne italiane che sa baciare la mano a un cardinale e anche al Papa [...] Esordii come venditrice di spazi pubblicitari a ”Vogue’ [...] Guadagnavo moltissimo. Fu un momento esaltante. Poi riuscii a essere assunta ad ”Amica’ [...] Me ne sono andata quando la proprietà è diventata di mio marito. Non potevo fare la moglie ”di’ [...] Allora sono andata a ”Gioia’, Rusconi editore. E poi sono andata al ”Corriere d’Informazione’. Me lo ricordo come un periodo epico. Turno delle sei di mattino per tre anni” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 24/2001) • «[...] Avevo un sogno, nel ”78, che mi trascinavo dietro dal ”72, quando alle 6 di mattina (ero una ragazza tosta e avevo scelto quel turno, che feci testardamente per 4 anni, per convincermi di essere tostissima) entravo in via Solferino 28 per andare in tipografia a chiudere le pagine del ”Corriere d’Informazione”, il fratello brutto e piccolo del nobilissimo primogenito ”Corriere della Sera”. Stessa casa stesso indirizzo per i due fratelli, ma uno era il delfino l’altro il brutto anatroccolo. lì, alle 6 di matttina, che cominciai a sognare: io voglio il ”Corriere della Sera”. Allora era un sogno talmente grande (quando, una volta l’anno, capitava di incontrare Piero Ottone, il mitico direttore della sterzata democratica, non salutava nemmeno, perché quelli del Corinf erano invisibili, anche quelle con le gambe lunghissime) che sembrava più attuabile possederlo che pensare di essere assunti. Improvvisamente il ”Corriere d’Informazione” viene chiuso. Improvvisamente pochi scelti e prescelti vengono riciclati nel grande, irraggiungibile, Corriere. Tra quelli: Io. Finalmente ero visibile. Con la sensazione di non essere più trasparente l’1-10-’78 entrai come prima femmina nella storia del grande quotidiano, nella cronaca ddel ”Corriere”, diretto da Franco Di Bella. Mi sentivo Biancaneve, intorno a me 27 nani. Tutti maschi, unica donna. [...]» (Lina Sotis, ”Sette” n. 52/2000).