Varie, 8 maggio 2005
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Jacob GIlles
• Parigi (Francia) 12 giugno 1930. Presidente del Festival di Cannes • «[...] giornalista, regista, scrittore, memoria storica del Festival di cui è stato direttore generale dal ’77 al 2000, quando è diventato presidente [...] “[...] Ci siamo battuti contro l’Unione sovietica o contro regimi sudamericani per salvaguardare gli artisti. Questo ci ha dato credibilità. L’abbiamo costruita negli anni a prezzo di dure battaglie [...] Ho fatto arrivare a Cannes L’uomo di marmo di Wajda e si era nell’epoca prima di Solidarnosc, nascosto in una cassa e sotto il titolo di un film francese. Diedi ordine di chiudere la cabina di proiezione quando lo mandammo. Arrivarono i russi che cercarono di aprire la cabina. Poi vennero nel mio ufficio, chiedendomi di sospenderlo. Risposi che dovevo consultare il presidente il quale stava in albergo. Andammo in hotel, li ricevette in pigiama, offrì loro un tè. E la proiezione finì. Ma l’episodio più emblematico riguarda Forman, quasi una sintesi del prestigio costruito con anni di lavoro [...] Scelsi il suo Hair per il concorso. Lui chiese che fosse per l’apertura. Prima di venire a Cannes voleva tornare in Cecoslovacchia a trovare la madre che non vedeva da tempo. Se ci fossero stati problemi con le autorità, se non l’avessero fatto ripartire, la sua assenza all’apertura sarebbe diventata un caso. Ecco, avevo capito, e vale anche per oggi, che il Festival aveva acquisito credibilità e forza. Un gesto a favore di un cineasta, come la Palma d’oro, metterlo in concorso, dargli l’apertura, equivale a un salvacondotto mondiale di libertà”» (Gigu Riva, “L’Espresso” 12/5/2005).