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 2005  maggio 05 Giovedì calendario

Ricucci, Corriere della Sera Magazine, 05/05/2005 Adesso tocca al Sole’24 Ore. Stefano Ricucci scrive una lettera indignata per respingere la battuta del direttore Ferruccio De Bortoli sugli immobiliaristi, protagonisti nelle guerre finanziarie per la Bnl e l’Antonveneta, che "mostrano più se stessi in pubblico che i loro bilanci"

Ricucci, Corriere della Sera Magazine, 05/05/2005 Adesso tocca al Sole’24 Ore. Stefano Ricucci scrive una lettera indignata per respingere la battuta del direttore Ferruccio De Bortoli sugli immobiliaristi, protagonisti nelle guerre finanziarie per la Bnl e l’Antonveneta, che "mostrano più se stessi in pubblico che i loro bilanci". Se Ricucci non fosse Ricucci, la sua sarebbe una delle tante lettere che arrivano a un giornale. Ma Ricucci si presenta come un uomo nuovo che osteggia il capitalismo feudale e vuol giocare un ruolo nel sistema dell’informazione, se è vero che ha rastrellato il 7% di Rcs Media Group. Su di lui scommette perfino la Banca d’Italia per difendere l’italianità delle banche. L’uomo nuovo è ormai un personaggio. Con "doveri" nuovi. Fino a quando lavorava lontano dai mercati finanziari, i suoi conti potevano interessare la cerchia ristretta degli interlocutori diretti. Da quando, invece, è entrato nei grandi giochi, la trasparenza diventerebbe obbligatoria, qualora si accingesse a chiedere soldi alla Borsa, ma resta comunque consigliabile, se, oltre ai soldi, vorrà avere anche credibilità e reputazione. E tuttavia la trasparenza non si riduce al mostrare i bilanci alle banche né la si raggiunge dichiarando, come fa Ricucci con De Bortoli, la "disponibilità a presentarLe i dati del mio gruppo". Molto meglio inserire i bilanci, debitamente certificati, sul sito Internet del gruppo a disposizione di tutti e affrontare poi gli interlocutori senza pretendere peana per il solo fatto di dedicar loro un’oretta. Lo dico per esperienza. Al sottoscritto è già capitato di commentare con Ricucci il bilancio 2003 e un rendiconto parziale del 2004 e, non avendo accolto la sua impostazione, è regolarmente capitato di riceverne gli strali. Era suo diritto polemizzare, ma la qualità della polemica conta ai fini dell’autorevolezza. Specialmente se, al 30 settembre 2004, il gruppo aveva un capitale proprio di 57 milioni, formato in neanche 20 mesi da rivalutazioni e plusvalenze, e debiti bancari per 654 milioni investiti per 173 milioni in immobili, il cui valore non era ancora stato certificato da nessuna agenzia indipendente, e 550 in partecipazioni, sulle quali gravavano 27 milioni di minusvalenze teoriche. Massimo Mucchetti