La Stampa 05/05/2005, pag.34 Bruno Bernardi, 5 maggio 2005
Contro i campi sintetici nel calcio Il sintetico è una piaga per talento e spettacolo. La Stampa 05/05/2005
Contro i campi sintetici nel calcio Il sintetico è una piaga per talento e spettacolo. La Stampa 05/05/2005. Calcisticamente, ritengo una decisione blasfema quella presa a Bergamo dall’Atalanta, e dalla giunta comunale, di realizzare il fondo del campo in erba sintetica. Comprendo i benefici economici che ne derivano, ma il gioco del football è nato in Inghilterra sull’erba, quella vera, e non può trasformarsi in... calcetto. Meglio un terreno allentato e fangoso che l’erba finta. Non fu certo entusiasmante nella seconda metà degli Anni ’70 il «soccer» del Cosmos di Chinaglia e Pelè, e di altre vecchie glorie, sulla «moquette» del Giants Stadium di New York, oggi ricoperto da un tappeto erboso all’inglese. I calciatori sono già alle prese con palloni che vengono continuamente modificati e... plastificati, ora alleggeriti, ora resi meno aderenti alla pelle delle scarpette bullonate. I piedi buoni hanno bisogno di «affondare» nell’erba per produrre certi «colpi» ad effetto, sia sui calci da fermo che in movimento. Lo stesso discorso vale per il dribbling stretto, per le frenate o le scivolate. Sul sintetico il gesto tecnico viene impoverito e, ad essere penalizzati, sono i fuoriclasse e lo spettacolo. Chiedetelo a Pelè, Maradona o Platini. Il calcio non si gioca solo al volo e, per divertirsi e divertire, è sempre meglio la gramigna naturale. Con qualsiasi clima. Bruno Bernardi