La Stampa 05/05/2005, pag.2 Guido Ceronetti, 5 maggio 2005
Devo confessare che il diabete fu per me una grande dolcezza. Ne parlai ad Augusta ch’ebbe subito le lacrime agli occhi: -Hai parlato tanto di malattie in tutta la tua vita, che dovevi pur finire coll’averne una!- disse; poi cercò di consolarmi
Devo confessare che il diabete fu per me una grande dolcezza. Ne parlai ad Augusta ch’ebbe subito le lacrime agli occhi: -Hai parlato tanto di malattie in tutta la tua vita, che dovevi pur finire coll’averne una!- disse; poi cercò di consolarmi. Io amavo la mia malattia. Ricordai con simpatia il povero Copler che preferiva la malattia reale all’immaginaria. Ero ormai d’accordo con lui. La malattia reale era tanto semplice: bastava lasciarla fare. ITALO SVEVO. La coscienza di Zeno 1923