Corriere della Sera 04/05/2005, pag.37 Eva Cantarella, 4 maggio 2005
Gli egiziani, un re dio e il culto della morte. Corriere della sera 04/05/2005. Come scrive Erodoto, «l’Egitto è un dono del Nilo»
Gli egiziani, un re dio e il culto della morte. Corriere della sera 04/05/2005. Come scrive Erodoto, «l’Egitto è un dono del Nilo» . Fu grazie a questo grande fiume, infatti, che la civiltà potè svilupparsi in una regione altrimenti desertica e inospitale. Le città egiziane sorsero nei due nastri di terra che corrono lungo l’ultimo tratto percorso dal Nilo. Ogni anno, durante le piene, queste terre venivano sommerse, ma su di esse, quando le acque si ritiravano, restava uno strato di limo che le rendeva fertili, consentendo di seminare e raccogliere grande quantità di prodotti. La storia della cui civiltà viene divisa in tre periodi detti rispettivamente Antico Regno (dal 3000 al 2200 a. C), Medio Regno (dal 1987 al 1600 a. C.), e Nuovo Regno ( dal 1540 al 1070 a. C.) tutti caratterizzati dalla figura del Faraone, vero e proprio dio in terra. L’Egitto, dunque, fu una «teocrazia» , governata da un re dio, alla cui morte il potere si trasmetteva ai figli. Sono legate alla morte le due realizzazioni che vengono automaticamente associate alla loro cultura: le piramidi e le mummie. Eva Cantarella