6 maggio 2005
Tags : João. De Melo
DeMelo Joo
• Nato a Achadinha (Portogallo) il 4 febbraio 1949. Scrittore. «[...] è nato nelle Azzorre, nell’isola di Sao Miguel [...] Dal 1971 al 1974 ha combattuto in Angola, chiamato dallo Stato: ”Prestai servizio come infermiere. Mi sembrò, al momento, un modo per rimanere estraneo a una guerra che rifiutavo, che tutti i portoghesi, in fondo, rifiutavano. Era una guerra politica. Il regime aveva bisogno di combatterla per ’muovere’ la situazione, ma senza arrivare ad alcuna soluzione. La guerra era uno stagno, acqua ferma. Non si vinceva e non si perdeva. Ci si moriva. La svolta fu quando le colonie ebbero la loro indipendenza e a Lisbona una rivoluzione di sinistra scalzò il regime. In quel momento il Portogallo riagganciò l’Europa, quel momento sancì finalmente il distacco dall’idea e dalla condizione di impero mantenuta per cinquecento anni. In quel momento dicemmo basta all’isolamento, finì per noi il dolce tormento della solitudine”. [...] Realismo magico? Esiste, in De Melo. Che ammira Borges, Garcia Marquez e Roa Bastos. E ci sono le grandezze di Camoens, gli sguardi sottomarini di Pessoa, le passioni gratuite di Cervantes, i rimpianti lunghi, ineluttabili di Tomasi di Lampedusa (che lo scrittore ammette di amare in modo particolare). Nonché le parentele anarchiche, asintattiche e portatrici di poesia che lo legano alla scrittura ”senza fine” di Antunes. [...] ”Ho scritto molti libri solo perché ne ho avvertito l’assoluta necessità. Libri di sole domande. Penso che Autopsia sia una specie di spartiacque. I prossimi credo saranno di sole risposte”» (Rita Sala, ”Il Messaggero” 5/5/2005).