Pietro Emanuele, Filosofi a luci rosse, Salani editore, 2004, 5 maggio 2005
James Joyce e Nora Barnacle si innamorarono a prima vista. Era l’estate 1904, lo scrittore, ventiduenne, bighellonava per Dublino lungo il fiume, quando ebbe la visione di una ragazza alta, dai lunghi capelli rossi, e senza pensarci troppo l’avvicinò e si presentò: "Mi chiamo Jim"
James Joyce e Nora Barnacle si innamorarono a prima vista. Era l’estate 1904, lo scrittore, ventiduenne, bighellonava per Dublino lungo il fiume, quando ebbe la visione di una ragazza alta, dai lunghi capelli rossi, e senza pensarci troppo l’avvicinò e si presentò: "Mi chiamo Jim". La bella sconosciuta con tutta naturalezza rispose: "E io Nora" e, accettando un appuntamento due giorni dopo, fece finta di niente quando, cammina cammina, finirono in un anfratto buio del porto. Anche da sposati ai due bastava niente per cadere in trance erotica e quando erano lontani facevano a gara per scriversi sconcezze: "Sembri ansiosa di sapere come ho accolto la tua lettera che dici più sconcia della mia. Come, più sconcia della mia, amore? Si, è più sconcia in un passo o due. Penso al passo dove dici ciò che farai... ma soprattutto a quella parola stuzzicante che scrivi a lettere maiuscole e che sottolinei, piccola sporcacciona".