Luke Harding, Corriere della Sera, 03/05/2005, 3 maggio 2005
«Hitler mi strinse la mano e si sparò», Corriere della Sera, 03/05/2005 Quando il 2 maggio 1945, proprio 60 anni fa, i sovietici entrarono nel bunker di Hitler a Berlino, trovarono solo sette persone
«Hitler mi strinse la mano e si sparò», Corriere della Sera, 03/05/2005 Quando il 2 maggio 1945, proprio 60 anni fa, i sovietici entrarono nel bunker di Hitler a Berlino, trovarono solo sette persone. Una di queste era la crocerossina Erna Flegel che ora, a 93 anni, per la prima volta ha raccontato in questa intervista gli ultimi giorni del dittatore . Signora Flegel, lei era nel bunker di Hitler in quei giorni? « Sì. Ero là quando la guerra finì nel 1945. Lavoravo alla clinica universitaria e venni portata alla Cancelleria del Reich in macchina. Verso la fine fummo sempre lì. Vivevamo lì » . Come ebbe quel lavoro? « Un giorno arrivò un ordine e la capo reparto mi disse che c’era un posto libero alla Cancelleria. Accettai: eravamo abituate ad eseguire gli ordini. Altrimenti, beh... Ebbi un appartamento mio, molto gradevole. Ma poi iniziammo a vivere in modo modesto. Divisi da allora una stanza con un’altra infermiera » . Nel bunker lei incontrò Magda Göbbels, moglie del ministro della propaganda nazista. Come la giudicò? « Era una donna molto intelligente, superiore a tanti. Era stata già sposata. Ci fu poi il secondo matrimonio: difficile dire dall’esterno se questo fosse più felice. Göbbels si godeva fino in fondo tante altre relazioni. Non so i particolari, c’erano molti pettegolezzi, robaccia » . « Erano dei bambini incantevoli, tutti assolutamente deliziosi. Che lei ( Magda Göbbels) li abbia ammazzati è imperdonabile » . Lei tentò di convincere la signora Göbbels a non ucciderli? « Deve capire che vivevamo fuori dalla realtà. Io volevo che lei portasse almeno uno o due bambini via da Berlino. Ma mi disse: " I bambini mi appartengono". Io non riuscivo a capire come potesse uccidere sei bambini. In genere la signora Göbbels si prendeva cura di loro, ma una sera mi disse: " Devo andare dal dentista, vorrei che lei desse loro la buonanotte". Io risposi: " Ma certo". I bambini avevano una cordicella attaccata al loro letto e se avevano bisogno di qualcosa dovevano solo tirarla. Erano così carini, giocavano insieme. Avrebbero dovuto avere diritto di vivere. Non avevano niente a che fare con quello che succedeva. Ma lei non volle salvarli. Disse: " Io appartengo a mio marito e i figli appartengono a me". Non risparmiare neanche uno o due bambini fu una follia » . Cosa pensava di Joseph Göbbels? « A me non piaceva. A nessuno piaceva. Aveva sempre un mucchio di gente intorno, parenti e altro, ma erano lì unicamente per avanzare in carriera. C’era sempre anche un gran numero di donne, giovani e belle. Per loro la vita era più semplice che per noi » . La signora Göbbels protestava per le tante relazioni di lui? « Non diceva niente » . Cosa pensava di Eva Braun? Quando gli americani l’interrogarono dopo la guerra, lei la liquidò come un « personaggio senza colore » . Lei affermò poi che quando Hitler accettò di sposarla le fu chiaro che questa era la fine del Terzo Reich. « Oh Dio. Non aveva alcuna importanza. Nessuno si aspettava granché da lei. Non era veramente la moglie di Hitler » . Non si diceva che aspettasse un bambino, e che non fosse di Hitler? « Di questo non sentii niente, non credo. E’ vero che nella Cancelleria accanto alla stanza dove dormiva il Führer c’era una sistemazione anche per Eva Braun. Ma lei non era veramente nulla. Solo una ragazza appresso » . Quando incontrò per la prima volta Hitler, che rimase a Berlino dal novembre del 1944? Che impressione le fece? « Ero in casa ( la Cancelleria) e qualcuno disse: " Il Führer è qui". Ebbene, in quel momento non mi fece nessuna impressione particolare » . Può descrivermi l’atmosfera del Bunker? « Negli ultimi giorni Hitler s’immerse in se stesso » . Lei descrisse come Hitler diede il suo addio al suo personale medico. La sera del 29 aprile 1945, subito prima di suicidarsi. « Uscì dalla stanza laterale, strinse la mano a tutti, e disse alcune parole amichevoli. Tutto qui. Qualcuno sentì ( il colpo, quando Hitler si ammazzò il pomeriggio seguente), altri non sentirono niente. Il Führer all’improvviso non c’era più. Il personale allora decise se rimanere o no. Io sapevo che il Führer era morto. A un tratto ci furono più dottori nel bunker, incluso il Professor Haase ( uno dei medici di Hitler). Non vidi il cadavere di Hitler, era stato portato nel giardino. Il Führer era una figura di tale autorità, che quando era presente uno lo sapeva. Pareva una cosa tanto straordinaria. Era così informale, si metteva a parlare con te in modo così naturale » . E dopo, cosa accadde? « Cominciò a circolare la voce che Hitler era morto. A quel punto chi gli aveva giurato fedeltà poteva venire meno al giuramento » . Lei ha visto recentemente " La Caduta", il film sugli ultimi giorni di Hitler. Cosa ne pensa? « Un buon film. Ci sono alcuni piccoli dettagli sbagliati, ma in genere è accurato. Ho anche riconosciuto me stessa in un’infermiera » . Rimpiange di avere avuto un ruolo nel Terzo Reich? O per lei quello fu un momento emozionante? « E’ difficile quando hai una società ( quella nazista) e questa a posteriori viene discussa dalla sinistra o dalla destra. Molto spesso la prospettiva è sbagliata. Ognuno ha la propria idea ». Luke Harding 5 Guardian Unlimited (traduzione Francesca Santovetti).