Marta Boneschi, Quel che il cuore sapeva. Giulia Beccaria, i Verri, i Manzoni, Mondadori, 2004, 2 maggio 2005
Amori. Quando Giulia Beccaria si separò da Pietro Manzoni nel 1792, strappando una rendita annua di appena 2
Amori. Quando Giulia Beccaria si separò da Pietro Manzoni nel 1792, strappando una rendita annua di appena 2.250 lire (nonché sei cadreghe di canna d’India, un porta catino in ferro, una borsa con sgabellino di velluto, uno scaldaletto e una cassetta di ottone, un paio di lenzuola grandi, sei federe e due posate d’argento), era già in rotta con Giovanni Verri e si stava legando al suo ultimo e più grande amore, Carlo Imbonati, che l’adorò più di tutti e glielo dichiarò una volta per tutte nel testamento con cui la istituì erede universale. "Questa mia irrevocabile disposizione è per un attestato, che desidero sia reso pubblico, e solenne, di que’ sentimenti puri, e giusti che debbo, e sento per detto mio Erede".