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 2005  maggio 01 Domenica calendario

Ovejero Jose

• Nato a Madrid (Spagna) nel 1958. Scrittore. «[...] si considera un narratore che fa uso di diversi generi letterari, e talvolta si trasforma in scrittore di viaggi reali e letterari. Forse a questo scopo si sommerge nelle culture di altri paesi, ed è da queste esperienze che le sue storie nascono. nato a Madrid e attualmente risiede a Bruxelles, faceva il traduttore ma ora si dedica a tempo pieno alla scrittura lavorando fra la Spagna e il Belgio. [...] Nei suoi libri c’è una combinazione equilibrata dell’azione con la riflessione, sono saturi di un umore aspro e ombroso, ricchi di intuito psicologico e si strutturano su diversi piani alla maniera impressionista. I suoi personaggi sono per lo più viaggiatori: donne, uomini, coppie, un insieme di persone che percorrono il mondo per i motivi più diversi. [...] ”In realtà il mio unico libro di viaggi è Cina per ipocondriaci, ma il fatto stesso di abitare da molto tempo fuori dalla Spagna, e di aver viaggiato tanto, si trasforma in una esperienza narrativa. Non parto mai con una decisione di scrivere di viaggi, mi piace raccontare delle storie e la letteratura di viaggi in sé non mi interessa, soprattutto se esibisce una certa erudizione. [...] Tra gli scrittori che ammiro forse il più importante è Primo Levi. La Tregua è probabilmente il più grande libro di viaggi che sia mai stato scritto. Non è soltanto la testimonanza di qualcuno che è sopravissuto a un lager, è allo stesso tempo un viaggio in treno attraverso un’Europa distrutta dalla guerra e la storia del rapporto del viaggiatore con i luoghi nei quali arriva, con il mondo che osserva e con il modo di filtrarlo con la sua esperienza personale. [...] il mio è un esilio di lusso. Sono andato via per scelta e posso tornare in qualunque momento. Del tutto diverso è il caso, per esempio, degli scrittori cubani. Comunque, per quel che mi riguarda, non saprei dove situarmi nel mondo letterario spagnolo. Inoltre gli scrittori che più mi hanno segnato, fatte salve le letture adolescenziali, quando leggevo i classici o anche i latinoamericani come Vargas Llosa, García Márquez, Rulfo o Cortázar, che era il mio idolo, non sono spagnoli. [...]» (María Pilar Soria Millán, ”il manifesto” 30/4/2005).