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 2005  aprile 30 Sabato calendario

Wolfe Ann

• Dickensian (Stati Uniti) 17 gennaio 1971. Pugile • «[...] Per chi avesse visto il film di Clint Eastwood Million dollar baby [...] lei ricorda la cattiva che stende Hilary Swank, invece della commovente protagonista. [...] nata [...] nel profondo Sud rurale della Louisiana. nera ed è cresciuta in una famiglia violenta, dentro una casa dove non c’era neppure l’acqua corrente. Era passata per tutte le tappe scontate dei poveri del Sud, compreso qualche guaio con la legge e qualche anno vissuto da ”homeless”. Ad un certo punto, però, aveva scoperto la boxe, cioè la passione della sua vita. Ann si è messa a lavorare sodo in palestra, puntando solo a diventare brava. Ha costruito il suo fisico come un automa, si è raccolta i capelli in piccole treccine e, naturalmente, non ha potuto nascondere i tatuaggi della sua vita precedente. Così è salita sul ring e poco alla volta ha cancellato tutte le avversarie, vincendo quattro titoli professionistici. [...] i suoi manager, disperati per l’assenza di sfidanti, l’hanno fatta ingrassare di una decina di chili in modo da consentirle l’ingresso nella categoria dei pesi massimi. Lassù l’aspettava Vonda Ward, una macchina da pugni che non aveva mai perso un match, e oltretutto era più alta di lei di 20 centimetri. Gli allibratori davano Ann per spacciata, ma la sfida del secolo era durata appena 68 secondi. Prima ancora che la Ward riuscisse mollare un cazzoto, la Wolfe l’aveva centrata al mento, spedendola prima al tappeto senza conoscenza, e poi all’ospedale. Un trionfo del genere avrebbe fatto guadagnare milioni di dollari a Mohammed Ali, ma per Ann è stato un disastro. Tutte le avversarie decenti, a partire proprio dalla figlia dell’ex Cassius Clay, Laila, si sono rifiutate di incontrarla. Non vogliono prendere tanti pugni e soprattutto appartengono ad un altro mondo: la loro boxe è uno spettacolo basato sulla femminilità e la bellezza fisica. quasi una curiosità voyeuristica, più che un vero sport, e quindi non hanno alcuna intenzione di farsi rovinare i profili che aprono le porte della televisione e le copertine delle riviste patinate. Ann, in poche parole, è rimasta senza sfidanti e senza soldi. I suoi manager allora hanno pensato di trovarle un uomo, da menare. [...]» (Paolo Mastrolilli, ”La Stampa” 30/4/2005).