Paolo Valentino, Corriere della Sera, 20 febbraio 2005, 20 febbraio 2005
Reiner Protsch, professore emerito di antropologia all’Università di Francoforte, è stato sospeso dall’ateneo con l’accusa di aver manipolato per trent’anni i dati delle sue ricerche: grazie alla datazione al carbonio, si è potuto stabilire che l’uomo di Hanhoefersand, la sua più sensazionale scoperta, non è vissuto 36
Reiner Protsch, professore emerito di antropologia all’Università di Francoforte, è stato sospeso dall’ateneo con l’accusa di aver manipolato per trent’anni i dati delle sue ricerche: grazie alla datazione al carbonio, si è potuto stabilire che l’uomo di Hanhoefersand, la sua più sensazionale scoperta, non è vissuto 36.000 ma solo 7.500 anni fa; la donna di Binshof-Speyer non ha 21 mila anni ma poco più di 3 mila; i frammenti di Paderborn, datati a più di 27 mila anni a.C., sono addirittura del XVIII secolo. Le conseguenze per l’antropologia rischiano di essere devastanti, dato che vengono a mancare le prove fornite da Protsch sulla nostra discendenza dall’uomo di Neanderthal. Il professore è stato anche indagato per frode dalla Procura di Francoforte ed è sospettato di aver fatto distruggere documenti relativi agli esperimenti scientifici effettuati dai nazisti su cavie umane.