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 2005  maggio 05 Giovedì calendario

Benedetto XVI. Vanity Fair 05/05/2005. La santa modernità e il benedetto relativismo culturale consentono di sapere molte cose piccole di papa Ratzinger, accanto a quelle grandi

Benedetto XVI. Vanity Fair 05/05/2005. La santa modernità e il benedetto relativismo culturale consentono di sapere molte cose piccole di papa Ratzinger, accanto a quelle grandi. Reciprocamente si illuminano. Ne viene fuori la umana imperfezione che il neo papa si è attribuito, attribuendola a Dio: "Per i suoi scopi, egli a volte, usa strumenti insufficienti". Incuriosiscono parecchie cose, nella sua ex vita da cardinale. Il lato principesco, naturalmente. Postura, gesti, sorriso, eleganza, incedere elastico, capigliatura. Tutto coerente con la sua somma dottrina e la biblioteca che dicono vastissima, custodita nel suo appartamento privato, su al quinto piano di Borgo Pio 1. Tutto coerente con la sua ferrea e feconda giornata. Sveglia alle 6 del mattino. Santa messa. Meditazione. Breviario. Colazione frugale. Lavoro serrato, declinabile secondo agenda in incontri, rimproveri, clemenza, decisioni, lettura, scrittura, firma di documenti, telefonate, dottrina, organizzazione della intera struttura che fino all’ultimo respirò intorno al vecchio Karol. E che poi è venuta tutta buona, in blocco, dopo gli addii, già pronta alla bisogna, tranne il solo segretario don Stanislao, troppo polacco. Trascurabile incrinatura a colazione l’ex cardinale consumava nel ristorante tirolese La Cantina. Non principesco il menù, semmai bavarese e abbondante: gulash, oppure würstel, oppure salumi misti, con pane nero e sorprendente aranciata, due bottiglie, dicono, e un pezzettino di Sacher Torte. Di leggera lima pure il pomeriggio, trapelando di nuovo il dondolio di stampo nobiliare, magari in giro con Alfredo, l’autista, navigando dentro alla Mercedes blu. O addirittura incontrando due principesse ormai diurne, Alessandra Borghese, ricca di sola devozione, e Gloria Thurn und Taxis, ricca di molte sostanze e opinioni che qualche volta sgabbia in tv, tipo: "Per me i negri scopano troppo, per questo si prendono l’Aids". Poi cena servita da suore adatte a porgere la minestra, mai e poi mai a servire la messa. Poi il sonno, alle nove e trenta. Fronteggiando relativismo e modernità. Sognandosi principe imperfetto, addirittura Papa. Pino Corrias