Sebastiano Grasso, Corriere della Sera, 26/04/2005, 26 aprile 2005
Auguste Rodin, Corriere della Sera, 26/04/2005 Parigi, martedì 6 marzo 1883. Quando entra nell’aula dell’Accademia Colarossi, Auguste Rodin si guarda intorno per individuare la diciottenne Camille Claudel
Auguste Rodin, Corriere della Sera, 26/04/2005 Parigi, martedì 6 marzo 1883. Quando entra nell’aula dell’Accademia Colarossi, Auguste Rodin si guarda intorno per individuare la diciottenne Camille Claudel. Ha accettato di tenere lezioni di scultura in sostituzione dell’amico Alfred Bouchet ( che ha avuto un premio al Salon ed è partito per il Tour d’Italie ) nelle lezioni di scultura. Bouchet l’ha pregato di seguire particolarmente Camille, che reputa un piccolo genio. Attratta, sin da bambina, dalle leggende della foresta, dov’era nata e trascorreva la vacanze estive, ne ricreava i personaggi con la creta. Era stato proprio Bouchet a convincere il padre di Camille a non ostacolare la vocazione della giovane. Pur essendo un semplice funzionario delle imposte, l’uomo dimostrava una grande sensibilità ed aveva assecondato le aspirazioni dei suoi tre figli: la letteratura per Paul ( il famoso poeta), la musica per Louise e la scultura per Camille. Così, nel 1881, i Claudel si erano trasferiti a Parigi. Rodin ha 43 anni ed è un artista abbastanza famoso, anche se con l’ Età del Bronzo ha avuto molte critiche: lo avevano accusato di avere fatto un calco dal vero. Nondimeno una serie di successi ai Salons e la frequentazione di alcuni salotti gli sono serviti per avere delle commissioni pubbliche. « Farò lezioni per tutto il tempo che il professor Bouchet sarà in Italia... » , precisa Rodin. « Ci racconti del suo, di viaggio in Italia » , lo invita uno studente. Lo scultore guarda interrogativamente Camille, che sostiene il suo sguardo, sfidandolo quasi. Rodin ci pensa un attimo e comincia a parlare. Spiega che un viaggio in Italia era sempre stato, ed era, il sogno di tutti gli artisti. La sua prima meta? Torino. Da lì, era andato a Genova. Quindi a Roma e Firenze, dove s’era celebrato il IV centenario della nascita di Michelangelo. Proprio studiando l’artista rinascimentale, aveva capito come liberarsi dall’accademismo. Camille lo segue con grande attenzione. Quella giovane lo incuriosisce e gli procura una strana sensazione allo stomaco. Certo un’artista donna è un po’ un’eccezione dei tempi; per Mirbeau era addirittura una « mostruosità della natura » . Eppure... Rodin decide che, alla fine della lezione, inviterà Camille a mostrargli i suoi lavori. D’altronde, non è stato il suo amico Bouchet a raccomandargliela, a magnificargli una scultura della giovane intitolata Busto di donna anziana ? Da diciannove anni Rodin è legato a Rose Beuret che gli ha dato anche un figlio, Auguste Eugéne, ma non disdegna certo le belle donne. Camille ha solo 18 anni. Meglio, pensa. Potrà plasmarla a suo piacimento. Comincia così una delle avventure di coppia più stimolanti, più creative ma, al tempo stesso, più drammatiche che la storia dell’arte francese ricordi. La relazione fra Camille e Rodin sarà tormentatissima, soprattutto per la gelosia della donna nei riguardi di Rose Beuret con la quale lo scultore vive. D’altronde Rodin è totalmente preso dalla ragazza. Lo affascina il talento, l’abilità, la giovinezza, la bellezza. La invita anche a lavorare con lui. Man mano, le fornisce i modelli delle sue sculture in ges so in modo che lei sbozzi i marmi che lui finirà. Non è che l’inizio. Col passare del tempo la interpella su tutto; talvolta l’incarica persino di modellare mani e piedi delle figure alle quali lavora. Spesso le chiede di far da modella. Naturalmente Camille trova anche il tempo per dedicarsi alle sue di sculture. E di presentarle ai Salons. Lo stesso anno dell’incontro con Rodin, presenta il Ritratto di Madame B. e un Busto di Paul Claudel tredicenne. Tre anni dopo, un’altra scultura che ha per soggetto il fratello e un busto di Rodin. Nel 1877, rifacendosi al Torso di Adele di Rodin, modella una donna di una sensualità sconvolgente. Sul piano strettamente personale, la relazione va avanti con molti alti e bassi. All’inizio, Camille accetta di stare in disparte, quasi nascosta. Rodin non vuole provocare scandali; anche se non l’ha spo sata, la sua donna « ufficiale » è Rose. Camille lo sa, ma crede che col tempo riuscirà a scalzare la rivale. E’ più giovane, più bella e anche più utile di Rose: è quasi indispensabile nell’atelier dello scultore. Come modella, Rodin presta il suo viso a qualche personaggio della Porta dell’Inferno , alla protagonista di Paolo e Francesca , al Bacio . Al Bacio di Rodin fa eco il Sakuntala di Camille che lei presenta al Salon del 1888. E’ un momento magico per la donna. Reso ancora più magico dal fatto che, nello stesso tempo, Rodin affitta la stessa casa che era stata di George Sand e Alfred de Musset. Qui Camille può finalmente vivere con Rodin senza l’angoscia di dividerlo con Rose. Due anni dopo trascorrono un lungo periodo al castello d’Islette. Rodin va avanti e indietro. « Dormo tutta nuda per illudermi che voi siate qui, ma quando mi sveglio non è più la stessa cosa » , scrive Camille all’amante che è partito alla ricerca di una documentazione su Balzac del quale deve fare il monumento. Camille resta incinta e chiede a Rodin di sposarla. Al rifiuto dello scultore, abortisce. Ma, sul piano artistico, il rapporto continua ad essere molto proficuo per entrambi. Rodin le insegna molto, riconoscendone la bravura: « Le ho mostrato dove trovare l’oro, ma l’oro che trova è tutto suo » , dirà. Anche lo scultore ha dei debiti con lei, la quale stimola la sua creatività. Lo testimoniano opere come Aurore , la Danaide ,L’éternelle idole e, a partire dal 1898, tutta una serie di acquerelli e disegni erotici in cui lo scultore coglie Camille in varie posizioni: bocconi, seduta, mentre dorme e la camicia le si arrotola sui fianchi, distesa sul dorso, con le gam be divaricate, mentre con una mano si copre il sesso, in un rapporto saffico. Con Camille, Rodin riscopre il corpo della donna. Il 1898 è l’anno della rottura definitiva. Lasciato l’atelier di Rodin, Camille si trasferisce al 113 del boulevard d’Italie. Trascorre un paio d’anni in completa solitudine. Non vede, né riceve alcuno. Col distacco, inizia per lei la parabola discendente. Il ricordo della relazione amorosa si muta, man mano, in dramma della follia. Anni cupi. Camille continua a lavorare, ma senza entusiasmo, anche se crea qualche capolavoro come L’age d’or : un uomo si allontana da una giovane che lo supplica e preferisce appoggiarsi a una donna anziana. « La giovane donna è mia sorella – spiegherà il poeta Paul Claudel – . E’ così che ha voluto rappresentarsi: implorante, umiliata, in ginocchio e nuda » . Camille scolpisce anche La valse , il suo capolavoro, che rappresenta due ballerini. « Ma dove vanno così smarriti nell’ ebbrezza dell’anima e della carne, così strettamente uniti? – si chiede Octave Mirbeau ”. Le carni sono giovani, palpitano di vita, ma il panneggio che li circonda, li segue e rotea con loro, sbatte come un sudario». Il distacco diventa nevrosi. Segue un’ inedia devastante. Più volte, in momenti di follia, Camille distrugge tutte le opere che ha attorno. Dal 1913 – ormai non scolpisce più – viene internata in una clinica psichiatrica, dove resterà per circa 30 anni, sino alla fine avvenuta nel 1943, a 78 anni. Rodin muore nel 1917, a 77. Il loro dramma ispirerà il norvegese Henrik Ibsen, che scriverà Quando noi morti ci destiamo. Sebastiano Grasso