Luigi Accattoli, Corriere della Sera, 21/04/2005, 21 aprile 2005
Conclave di Benedetto XVI, Corriere della Sera, 21 aprile 2005 CITTA’ DEL VATICANO – Dopo l’elezione i cardinali e il nuovo Papa hanno brindato con lo champagne e Benedetto XVI « ne ha bevuto un sorso, benché sia astemio» (notizia poi smentita): lo ha detto il cardinale messicano di Curia Lozano Barragán
Conclave di Benedetto XVI, Corriere della Sera, 21 aprile 2005 CITTA’ DEL VATICANO – Dopo l’elezione i cardinali e il nuovo Papa hanno brindato con lo champagne e Benedetto XVI « ne ha bevuto un sorso, benché sia astemio» (notizia poi smentita): lo ha detto il cardinale messicano di Curia Lozano Barragán. Ed è una delle indiscrezioni sulle 24 ore di « clausura » conclavaria, che è stato possibile raccogliere nella giornata di ieri. Sempre secondo Lozano Barragán il « fattore decisivo » nell’elezione del cardinale bavarese è stato « il modo in cui ha gestito, da decano, le congregazioni generali » , dando cioè un’idea di « che papa avrebbe potuto essere » . Non ci sono indiscrezioni sul numero dei voti ottenuti dall’eletto, né sull’andamento degli scrutini. Si è avuta soltanto la conferma delle « voci » che si erano registrate alla viglia, le quali prevedevano una partenza con una votazione assai dispersa, ma con una buona quota di suffragi sui nomi di Ratzinger e Martini. Pare che i voti ottenuti dal « decano » al primo scrutinio siano stati una quarantina e poco meno quelli di Martini. Un’agenzia di stampa ha azzardato l’ipotesi che addirittura Martini in partenza abbia avuto la meglio, ma più fonti ce l’hanno smentita in via confiden ziale e senza dare cifre. Al secondo scrutinio sarebbe avvenuto un forte distacco, con la convergenza compatta su Ratzinger dei voti che nel primo erano andati ai « grandi elettori » di Curia. Il terzo e il quarto scrutinio avrebbero completato l’ « accesso » fino al dissolversi dei voti martiniani. L’efficacia dell’indicazione pro Ratzinger da parte dei curiali e la mancanza di una vera candidatura alternativa – quelli per Martini erano « voti di bandiera » , dati a un uomo che aveva chiarito di non essere disposto ad accettare l’elezione – bastano a spiegare la rapidità della conclusione, con il superamento « abbastanza ampio ma non plebiscitario » del quorum che era di 77 voti. Si sono conosciute anche le ragioni addotte dall’eletto per la scelta del nome Benedetto. Ne ha parlato il Papa stesso durante la visita di ieri mattina ai collaboratori del suo vecchio dicastero ( la Congregazione per la dottrina della fede) e che sono state così riassunte dal cardinale Schönborn, in un’intervista alla Radio Vaticana: « L’ha spiegata come un richiamo a Benedetto XV, che è stato il Papa della pace nel difficile periodo della prima guerra mondiale, e a Benedetto da Norcia, patrono d’Europa di cui ha citato il motto: " Mettere Cristo davanti a tutto" » . Sempre il cardinale Schönborn ha riferito che il Papa neo eletto ha pure scherzato sulla scelta del nome, ricordando che « quello di Benedetto XV è stato un pont i f i c a t o b r e v e » ( 1914 1922). Il cardinale olandese Adrianus Simonis ha raccontato che dopo l’elezione « sono stati necessari due tentativi per ottenere la fumata bianca, perché il comignolo della stufa non tirava» e «c’è stato un momento in cui tutta la Cappella si è riempita di fumo». « L’elezione del cardinale Ratzinger ha dimostrato che non era ancora il momento per un papa latinoamericano», ha detto il cardinale belga Godfried Danneels al quotidiano fiammingo De Morgen. Ma non ha voluto spiegare il senso della battuta: « Se lo dico, violo il segreto del Conclave e non voglio essere espulso dalla Chiesa ». Luigi Accattoli