Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  aprile 24 Domenica calendario

La partita Mundial, La Repubblica, 24/04/2005 La scena è stata paragonata a un quadro di Cézanne. Mancano sul tavolo quattro bicchierozzi di rosso, però c´è la Coppa del mondo

La partita Mundial, La Repubblica, 24/04/2005 La scena è stata paragonata a un quadro di Cézanne. Mancano sul tavolo quattro bicchierozzi di rosso, però c´è la Coppa del mondo. Sull´aereo presidenziale dalla parte del finestrino ci sono Pertini (con pipa) e Causio (in maniche di camicia), all´interno con la giacca chiara della Nazionale Zoff e (con pipa) Bearzot. La ricostruzione di questa partita a carte è difficoltosa e non priva di contraddizioni. Certo è che la partita la propose Pertini. «Quand´era stato da noi in ritiro, ha visto che giocavamo a carte», dice Causio. «Lo scopone è una tradizione juventina, il più bravo era il massaggiatore De Maria, un vero maestro, uno che al tavolo insultava ferocemente Trapattoni, ma dandogli del lei che è peggio, quando il Trap faceva coppia con lui. Alla sua scuola, direi bravi Furino, Bettega, io e Zoff, ma anche Platini e Boniek avevano imparato». «Facciamoci una partita», dice dunque Pertini. Ma pretende che si scinda la coppia fissa Bearzot- Zoff, due che per serietà e vicinanza di vedute erano fusi in un nome solo (Bearzoff). una coppia fissa, parla la stessa lingua strana, magari si fa pure i segni. Lo dice bonariamente, quindi i due furlani non se la prendono. Il capitano col presidente, e Bearzot convoca Causio. Gioverà ricordare che nel 1982 non c´erano telefonini né playstation e dunque nei ritiri s´ammazzava il tempo giocando a carte, in genere col mazzo da 40 (scopa, briscola, tressette a prendere o ciapanò). Una leggenda metropolitana che circolava subito dopo la partita diceva: 17-16 per la coppia Bearzot-Causio, Pertini mazziere s´è tenuto di palo il settebello dispari. Non andò così. Ma il ricordo affettuoso che gli azzurri hanno di Pertini li porta a non premere molto su un tasto: il presidente era il meno allenato, o il più scarso, dei quattro. Che, sportivamente, decisero di non infierire. L´unica cosa certa è che vinsero Bearzot e Causio. Per lancio della spugna, fa intendere il Vecio. Zoff, contromazzo, riesce finalmente a fare uno spariglio, Pertini incautamente ripariglia e parte una vagonata di scope. Incerto è il numero di carte in mano. «Dieci», garantisce Causio. «Nove e quattro a terra», replica Zoff. C´è una bella differenza, sono quasi due scuole di pensiero, qui entra in ballo la corretta attribuzione di «scientifico», sorvoliamo. Episodio determinante? Dice Causio: «Mazziere il presidente, io penultimo di mano. Come terzultima carta gioco un sette brutto, Pertini me ne fa due in mano e lascia girare, Bearzot ha il settebello e ci salta sopra. Pertini s´incavola e mi dice che abbiamo fatto i segni, invece ho solo bluffato e m´è andata bene. Non ricordo il punteggio finale, abbiamo vinto noi perché eravamo più forti». Anche Zoff non ricorda il risultato finale, ma va detto che dopo la partita nessuno degli azzurri aveva dormito. Il giorno dopo tutti sull´aereo di Pertini, atterraggio a Ciampino e pranzo al Quirinale. Pertini disse che aveva perso per colpa di Zoff. «Lo so, e ho lasciato che lo dicesse. Ma un giorno l´ho chiamato e gli ho detto con tutto il rispetto possibile: presidente, lei era di mazzo e se non si fosse ostinato a ballare sull´ultimo asso forse non avremmo perso il giro». Gianni Mura